lunedì 1 novembre 2010

Gente rabbiosa

Abbiamo molti sinonimi nella nostra bella lingua italiana per indicare ciò che apparentemente sembra la stessa cosa: rabbia, ira, furore. Un tipo dunque potrebbe essere rabbioso, iroso, furioso; ma anche furente, bilioso, collerico. Con quali di questi termini possiamo definire gli eroici protagonisti di due storie simili accadute nelle due più grandi metropoli del Bel Paese?


Roma 12 ottobre 2010

Attenta ragazza, attenta! Non farti fregare, eri prima di lui nella fila per fare il biglietto, ehi ehi ti passa avanti! Non lasciarglielo fare, non lasciarglielo fare! Per la miseria, lo ha fatto! 
Lascia perdere ragazza, lascia perdere! Come disse quel tale... "cosa fatto capo ha". Già lo disse quel tale e scoppiò il pandemonio! Ma tu lascia perdere, credimi, è meglio! Invece che fai, insisti, lo rincorri, lo freni, lo disturbi. Ma quello non ce la fa più, non ti sopporta più! Lo spintoni, ti sputa addosso, lo richiami. Ma falla finita, torna al tuo paese! Di dove sei, Romania? Allora non sai la storia di "cosa fatta capo ha". A volte bisogna passare oltre mia cara ragazza, tu non lo hai fatto, e lui ti ha mollato un pugno sul volto. Non so, sei caduta male, ti ha colpito forte... Insomma, era meglio se non insistevi perché ora l'unico biglietto che ti è rimasto è quello di sola andata per l'aldilà!

Milano, qualche giorno prima, il 10 credo, di questo mese euforico che è ottobre

Non si chiede mai l'età ad una signora, e neppure ad una signorina, e soprattutto non gli devi investire il cane solo perché ti sei distratto con il tuo taxi o perché lui si è liberato dal guinzaglio. Insomma, spiaccicare il quattrozampe della ragazza non è stato molto fine, forse neppure la zampata che poi ti ha rifilato lei lo è stata, però lei è una donna e può permetterselo. Beh, se fosse stata sola potevi rintuzzare in qualche modo amico mio, ma la bella di turno è attorniato dal fratello e dal suo principe azzurro, tutti follemente innamorati del canide che tu giustamente o ingiustamente hai mandato al Creatore. Insomma, forse sarebbe il caso che glielo riportassi indietro il cucciolo, per cui al Creatore vorrebbero mandare anche te, sennò come glielo riporti il cagnolino alla disperata fanciulla? Certo che sei duro però, ti hanno rotto tutti i denti, spappolato la milza, provocato un trauma facciale e uno toracico, un bell'edema cerebrale, ma per la miseria non hai ancora tirato le cuoia... come la mettiamo con il cane, eh! 

Ed ora un po' di buon umore:

Ancora grave l'infermiera rumena, l'aggressore pronto a scusarsi          
13 Ottobre 2010
Restano gravi ma stabili le condizioni dell'infermiera 32enne aggredita ieri da un giovane dopo una banale lite nella stazione di metro Anagnina. Maricica Hahaianu, è uscita dal coma farmacologico ma non è ancora cosciente e i medici non possono ancora valutare eventuali danni  neurologici.
Secondo quanto si è appreso da fonti mediche del Policlinico Casilino dove è ricoverata da venerdì, respira autonomamente e si muove, ma non parla e non è cosciente. La Tac eseguita mercoledì mattina, spiegano i sanitari, non ha mostrato segni di miglioramento. "Per la completa valutazione - si legge nel bollettino medico - sarà necessario ancora del tempo".
Intanto, l'avvocato Fabrizio Gallo, difensore di Alessio Burtone, l'aggressore, ha annunciato che il giovane romano "chiederà scusa di quanto ha fatto con una lettera perché vuole riparare al suo gesto, alla  sua reazione". "Il ragazzo - ha aggiunto il penalista - si augura che le condizioni della donna possano presto migliorare".
Secondo l'avvocato, Burtone ha commesso "un fatto gravissimo e deprecabile" e verrà condannato ad una pena severa e, se la ragazza avrà subito danni permanenti, rischia fino a 12 anni di reclusione. "Anche se questo non giustifica il gesto - ha poi proseguito - se la ragazza non l'avesse seguito forse questo non sarebbe successo". L'avvocato ha poi assicurato che l'aggressore si scuserà pubblicamente, anche attraverso la stampa rumena.

Tassista in coma a Milano, Ciavarella: “Vorrei essere al posto suo, chiedo scusa per averlo picchiato”
13 ottobre 2010

Morris Michael Ciavarella pensa alle botte che ha dato a Luca Massari, tassista milanese: ”Potessi essere io al posto suo… Gli chiedo scusa e se potessi riparare mi toglierei anche un polmone, perché questa persona  non se lo merita”. Così Ciavarella, arrestato per tentato omicidio, si è  rivolto al giudice per le infagini preliminari nell’interrogatorio di garanzia per la convalida dell’arresto.
Come ha spiegato il suo legale, l’avvocato Carlo Maffeis, Ciavarella è ”disperato e sconvolto” e ha chiesto proprio al suo legale di mettersi in contatto con la famiglia di Massari per chiedergli scusa.Ciavarella ha spiegato al gip di Milano, Maria Grazia Domanico, che la sua ”intenzione” era solo quella di ”tirare due schiaffi per spaventare, ma  purtroppo è successo quello che è successo”. L’uomo ha raccontato di aver colpito il tassista con ”due manate, una sola delle quali andata a  segno, e con una sorta di ginocchiata, data come uno spintone”.
Sarebbe stata, stando alle indagini del pm di Milano Tiziana Siciliano, proprio la ginocchiata il colpo piu’ violento del pestaggio, che avrebbe fatto cadere Massari a terra, con la nuca che ha poi colpito il marciapiede. Ciavarella, come ha chiarito il suo legale, ha anche detto di non sapere cosa sia successo prima che lui arrivasse, quando l’aggressione era già in corso, e dopo che lui è scappato per telefonare  al suo avvocato e ”poco dopo costituirsi”. Anche il gip nel suo provvedimento fa riferimento alla necessità di accertare la corrispondenza tra i colpi inferti da Ciavarella e l’entità delle lesioni riportate da Massari, anche alla milza e ai polmoni. Prima che intervenisse Ciavarella, Stefania Citterio, la sua compagna, aveva già cominciato a picchiare Massari. Per l’avvocato Maffeis, che assieme a Francesco Lucino difende anche Stefania Citterio e il fratello Piero, ”c’e’ ancora da fare chiarezza sulla dinamica dell’aggressione”.

Come si vede il male non è così brutto come lo si dipinge, il cattivo non è mai davvero cattivo ed è pronto a fare opera di contrizione, persino a orbarsi di una nobile parte di  per ristabilire gli equilibri come erano nelle fasi iniziali. Ma per fortuna l'Italia è fatta di bella gente pronta al perdono e al riscatto, sempre diposta a schierarsi dalla parte dei più indifesi e derelitti.

Milano, tassista aggredito in coma: alto livello di omertà
Un tassista di Milano è ricoverato in coma dopo aver subito delle gravi lesioni alla milza e al polmone a seguito di un'aggressione. Ma il fatto ancora più sconvolgente, se possibile, è "l'impressionante livello di omertà" che hanno riscontrato gli agenti.
Un tassista di Milano, Luca Massari di 45 anni, è ricoverato in coma dopo aver subito delle gravi lesioni alla milza e al polmone a seguito di un'aggressione. Il tassista era sceso dall'auto per scusarsi dopo aver investito per errore un cagnolino di razza cocker senza guinzaglio. Il ragazzo della proprietaria del cane, Morris Ciavarella di 31 anni che ha già dei precedenti per lesioni personali, si è immediatamente scagliato contro il tassista, tanto da ridurlo in coma ed essere arrestato per tentato omicidio. Ma il fatto ancora più sconvolgente, se possibile, è "l'impressionante livello di omertà" che hanno riscontrato gli agenti e gli inquirenti che stanno lavorando sul caso. Alcune persone avrebbero addirittura raccontato che il tassista era caduto da solo, mentre l'automobile di uno dei testimoni che ha raccontato la versione corretta dei fatti è stata bruciata. Un reporter, invece, è stato picchiato con un bastone alla testa, alla spalla e al braccio perché era andato a fotografare l'auto data alle fiamme. I politici del comune di Milano stanno ora dibattendo su come implementare la protezione per i tassisti, ma la triste vicenda sembra evidenziare un problema ben più ampio, che non riguarda solo la sicurezza delle città ma il progressivo degrado civile e culturale dei cittadini che sembrano non conoscere più valori morali e pietà, per proteggere magari qualche piccolo e squallido interesse personale. Onore e stima al cittadino che ha testimoniato e che ha dimostrato che basta una sola persona per far cadere il castello di carta dell'omertà.

Alessio Burtone arrestato tra applausi e incitamenti
Un sorriso, quasi un ghigno, prima di salire sull’auto dei carabinieri e  poi la corsa a Regina Coeli. E’ stato arrestato tra applausi e incitamenti Alessio Burtone, il ragazzo che lo scorso 8 ottobre nella stazione Anagnina di Roma ha sferrato un pugno in pieno volto a Maricica  Hahaianu, morta dopo una settimana di agonia. Ieri pomeriggio, al momento dell’arresto, tra la folla presente c’era anche chi urlava frasi  deliranti come «ammazzane un’altra» o «a Roma ci vorrebbe il duce». Attimi di tensione, dunque, mentre i suoi amici presenti in strada qualche metro più in là urlavano cori da stadio come «Alessio libero» o  «Alessio uno di noi», con tanto di applausi. E allora il giovane, compiaciuto dai suoi sostenitori, nascosto sotto il cappuccio blu di una  felpa sorrideva guardando a terra. Non sono mancati neanche gli insulti  ai carabinieri ed ai tanti giornalisti presenti al momento dell’arresto: «I veri assassini siete voi – gridavano gli amici di Alessio – giornalisti terroristi». Un ragazzo che torna in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale ed una folla che gli fa quadrato intorno: «Otto auto dei carabinieri per prenderlo, neanche fosse un mafioso», ed ancora «in carcere i romeni ce l’ammazzano». E c’è anche chi riferendosi ad Alemanno, che nei giorni scorsi ha chiesto il pugno duro, ha dichiarato: «Roma non ha più un Sindaco». Ieri intanto l’autopsia sul corpo della donna ha riscontrato «un profondo trauma cranico determinato dal violento urto alla nuca e un’escoriazione di circa un centimetro sotto al labbro sinistro». Il Comune di Roma ha predisposto per domani la camera ardente, mentre d’ora in poi la piazza della stazione Anagnina, dove domenica si ritroverà la comunità romena, porterà il nome di Maricica.

Non c'è che dire, Italiani brava gente.. sì, brava genta sta' m...chia! 

Commento: non c'è dubbio che fra le due aggressioni c'è molta differenza. Burtone certamente non voleva uccidere l'infermiera e comunque non ha infierito su di lei una volta a terra. Ma bellamente se ne stava andando via lasciandola molto signorilmente sul marciapiedi priva di sensi: omissione di soccorso deve essere una frase che non deve aver trovato nel libro d educazione civica quando a suo tempo andava alle superiori. 
La famiglia Adams di Milano, immaginiamo, neppure loro volevano uccidere il taxista, però quando ti accanisci con calci e pugni in viso, sulla pancia, sul costato, forse qualche dubbio che la cosa potrebbe non essere del tutto gradita al malcapitato di turno dovevi prevederla. In questo caso ci troviamo di fronte a un'aggressione di gruppo selvaggia, violenta, immotivata, crudele, folle e sanguinaria. Insomma, gli estremi per un paio di decina d'anni di meritato ristoro nelle patrie galere dovrebbero starci tutti. 
Il Burtone invece dovrebbe cavarsela a buon mercato se non altro per l'alto senso morale che pare profondere presso i suoi vicini di casa.
La gente è veramente pazza! Usa le mani come proiettili bum bum. Mi chiedo perché si arrivi a tanto. Insomma, ammazzi uno perché ha investito il tuo cane oppure un'altra perché ti sta assillando in modo petulante. Non c'è proporzione fra azione e reazione. In questi gesti violenti emerge un infantilismo di fondo: credi che menare qualcuno sia un fatto risolutivo senza alcuna conseguenza. Poi chiedi scusa come se gli avessi pestato un callo accidentalmente. No, qualcosa non va in questo mondo. Hai voglia che quel tale, come si chiamava, quello, il figlio del falegname, predicava l'amore verso il prossimo. Magari i Burtoni e i Citterio portano pure la catenina con il crocefisso al collo. Buttarli in galera non serve a niente se non a contribuire a rompere i maroni ai poveri poliziotti penitenziari che dovranno avere a che fare con questi galantuomini per qualche lustro. Leggiamo dai giornali: Ventanni anni di carcere! Ergastolo! Pena di morte! e siamo tutti felici e contenti. Invece non abbiamo risolto nulla. Altro invece è venire a sapere che hanno perso la casa e gli averi per pagare i parenti delle vittime e gli avvocati. Ecco, quando hai perso tutto e devi ricominciare da capo, beh, forse se passa questo messaggio, allora sì che uno ci pensa due volte prima di mettere le mani addosso a un altro. Mantenere per anni un tizio a non far nulla non mi pare un gran vantaggio per lo Stato. Bisogna farli lavorare, produrre. Se hanno avuto energie per pestare la gente perché sprecare queste risorse? 
L'omertà e la solidarietà sembrano due fenomeni diversi. In questo caso però erano la stessa cosa: la difesa di un delinquente. La morale è che i taxisti possono venire abbattuti come i tordi ma solo durante la stagione della caccia. 
Le infermiere non si toccano, è chiaro, però, se sono straniere, nella fattispecie rumene... beh, ebbé, e so' ragazzi, che vuoi, so' ragazzi...

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