giovedì 16 giugno 2011

Tre delitti insoluti: Sarah, Yara e Melania

Volevo fare il punto su questi tre omicidi che nel giro di neppure un anno in  qualche modo hanno suscitato sdegno, riprovazione e paura; ma anche interesse, curiosità e, se volete, morbosità.


Sarah Scazzi:



Un delitto apparentemente risolto grazie ad una confessione che poi però si è complicato in una maniera assurda. Non si vede la fine di questa tragedia che assume sempre più contorni grotteschi. Michele Misseri è passato da orco a vittima. Le indagini sono andate avanti con i dadi del gioco dell'oca: qualcuno faceva passi avanti per poi tornare vertiginosamente indietro. E viceversa. Spero vivamente che gli inquirenti abbiano una montagna di prove perché lasciare un potenziale assassino in giro e tenere in prigione degli innocenti sarebbe una vera beffa. Speriamo in un processo a breve. Ma ho la vaga impressione che questa storia farà epoca, passerà alle cronache come un altro caso Bebawi: tutti colpevoli, tutti innocenti. 
Dei tre casi, questo doveva essere il più semplice da risolvere. Ma come una corda che si attorciglia su se stessa è divenuto un nodo Gordiano. Non basterà un colpo di spada a risolvere l'enigma.
Una storia che sembra uscita dalla penna di Pirandello. 

Yara Gambirasio


Sono stato evasivo riguardo al test del DNA. Avevo delle riserve, reputavo che gli investigatori avessero un piano in mente. Lo penso tutt'ora. Credo che abbiano tentato una trappola ma purtroppo non è riuscita. Oramai, posso svelare ciò che pensavo. A mio avviso, da sempre hanno avuto un DNA particolare, rinvenuto su una parte del corpo dove solo l'assassino avrebbe potuto lasciarlo. Ora si dice gli slip. Però, inizialmente si parlava di un guanto. Cosa è accaduto? Ebbene, secondo me, per indurre l'assassino a lasciare il proprio DNA, gli hanno lasciato credere, come a tutti quanti noi, che questo DNA fosse stato reperito su un guanto, giustappunto. Ovvero, su un accessorio che lui sicuramente non ha mai toccato.  Quindi quale doveva essere il suo ragionamento che invece non ha fatto? Doveva essere questo: "Questi idioti della polizia credono di aver trovato il mio DNA su un guanto. Io invece non l'ho mai visto questo guanto. Allora adesso cosa faccio? Lascio il mio DNA, loro lo confrontano con quello rinvenuto sul guanto,  vedono che non coincide e non avrò più nulla da temere."
Purtroppo, l'assassino non c'è cascato. Ma è solo questione di tempo. Prima o poi si arriverà a lui. Almeno, speriamo. 
Se davvero gli inquirenti hanno fatto questo ragionamento meritano un dieci e lode. 
Le indagini sono state comunque rallentate dal mancato ritrovamento del corpo nell'immediato. Ma non è stata colpa degli investigatori.
Un caso che sarebbe piaciuto a Dürrenmatt.

Melania Rea


Della serie chi ci capisce è bravo. 
A meno che non ci troviamo di fronte al classico Divorzio all'Italiana, quello di Melania Rea è il caso più enigmatico dei tre. Per un investigatore, il più intrigante sul piano intellettuale. 
Quali sono i quesiti impellenti?
Omicidio premeditato o di impeto?
Autore sconosciuto alla vittima o conosciuto?
La vittima ha seguito il suo assassino o è stata costretta a seguirlo?
Movente passionale legato al marito o alla stessa vittima?
Per me il quesito principale da sciogliere è il secondo. Se l'assassino è un illustre sconosciuto le indagini andranno in tutt'altra direzione. 
Solo la dinamica omicidiaria può aiutare a capire.
Un enigma degno di Edgar Allan Poe.






4 commenti:

  1. Caro Ilbravo, come insegna Poe, a volte è l'estrema semplicità a rendere tutto così difficile e complicato. Buona indagine e a presto

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  2. Grazie per aver pubblicato questo nuovo post.
    Interessante l'idea della "trappola" tesa all'assassino di Yara Gambirasio, penso anche io che spesso le ndagini si avvalgano di esche e notizie pilotate.
    Però dopo la notizia del guanto, si parlò anche di ricerche nei confronti di persone che si fossero fatte medicare per morsi ai genitali... e se ci sono arrivata io, a dedurre che avessero trovato una traccia organica consistente (e quindi DNA), ci sarà arrivato anche l'assassino-
    la notizia del morso fu data a fine marzo.
    Non so se si trattasse di una fuga incontrollata di notizie (che quindi ha danneggiato l'efficacia del tranello dei guanti) o se è stata diffusa intenzionalmente-
    Anche perchè ora che si parla di traccia biologica sugli slip, e di DNA estrapolato, perchè non si parla più del brandello di pelle rimasto nell'apparecchio della ragazzina?
    Eppure è più "preciso" un lembo di pelle in bocca piuttosto che "tracce" -non spermatiche tra l'altro- rinvenute sugli slip.
    A meno che non ci sia un'ulteriore strategia dietro, che io non riesco a comprendere.
    DI certo, l'assassino si trova nella situazione delicata di dover eludere i controlli del DNA, ma allo stesso tempo se abbandona l'area di Brembate, desterebbe sospetti (sempre che fosse un abitante stabile del posto, e che non fosse invece di passaggio, e non si sia già allontanato da tempo, come fanno pensare i controlli sulle celle agganciate quella sera).
    Certo che DNA+probabile conoscenza del cantiere, dovrebbero dare risultati in tempi brevi...
    a meno che nel cantiere non fossero impiegati operai in nero, o che l'assassino per qualche motivo avesse accesso al cantiere e lo frequentasse, senza però lavorarci (amicizie con operai? qualche tipo di commercio?)
    speriamo davvero in nuovi sviluppi decisivi, anche per il caso Rea, dovrebbero essere depositati i risultati dell'esame autoptico entro un paio di giorni.
    Il caso Scazzi faccio fatica a commentarlo, a causa del profondo imbarazzo che mi suscitano i personaggi coinvolti...

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  3. ops, leggo ora che la relazione dell'anatomopatologo Tagliabracci slitta alla settimana prossima-

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  4. E' proprio vero, come dice Bruno, anzi, credo che un assassino compie sempre delitti semplici però ha un pensare completamente diverso nel momento in cui lo fa. In questo senso, il profiling, sarebbe utile. Nel caso specifico, mi chiedo come può l'assassino di Melania sfuggire alle indagini se, a quel che pare, potrebbe essere un conoscente. Per il principio di Locard, qualcosa dell'assassino rimane sulla vittima così come qualcosa della vittima rimane sull'assassino. Come mai questo principio non ha funzionato negli ultimi casi?
    Riguardo a Sara, debbo rispondere che ho trovato un po' strana la notizia del rinvenimento di un lembo di tessuto, presumo scrotale, nella bocca della povera Yara. In ogni caso, che sia vero o meno, certo la fuga di notizie non ha aiutato nelle indagini. Tuttavia, non credo che l'autore del delitto sia un non residente. Forse non è nato lì, ma abita nella zona e conosce perfettamente i posti. E concordo con lei che questo SI con il cantiere ha qualcosa a che fare
    Condivido a pieno il suo giudizio sul caso Scazzi, anzi lo sottoscrivo: si prova imbarazzo a parlarne. Non ci sono parole migliori.

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