lunedì 28 febbraio 2011

Sei coltellate: profilo criminologico di un assassino



Sei coltellate. Sei ferite. Delle quali una da difesa. Non sono molte. Presumo siano state di più. Mi pare strano che un tipo del genere non infierisca in modo più violento e determinato. Cerchiamo di ragionare su questo individuo da quello che sappiamo.

Posizione del corpo di Yara (Fonte Ansa)



Sul terreno si evidenzia la sagoma del corpo della povera Yara
Il corpo di Yara risulta vestito con tutto il giubbino. Calza ancora le scarpe. Indossa i guanti. Le ferite risultano essere una al collo, una al polso, tre sulla schiena, una profonda a livello di un rene: il disegno su fa vedere anche una ferita sul petto.
Riporto un articolo dove parla il criminologo Francesco Bruno

Yara Gambirasio "è stata uccisa subito, nel giro di mezz'ora dal rapimento" e il suo corpo "probabilmente è stato sempre lì dove è stato trovato" sabato scorso, in un campo di sterpaglie a 10 chilometri da casa della 13enne. Ad ucciderla "non è stato un serial killer o un 'mostro', non mi sembra un omicidio passionale: è un omicidio volontario premeditato di qualche sicario o killer che ha fatto egregiamente il proprio mestiere, peraltro facile. L'hanno uccisa e basta". A sostenerlo, parlando all'agenzia TMNews, è il criminologo Francesco Bruno, docente di Psicopatologia forense e criminologia all'università La Sapienza di Roma.
La polizia, intanto, sta tracciando una mappa di tutte le strade percorribili in auto che portano al campo in cui è stato ritrovato sabato il cadavere di Yara. L'obiettivo della polizia è avere un quadro completo di tutti i punti d'accesso al  luogo del ritrovamento, per poi eventualmente verificare quali telecamere, pubbliche o private, possono aver ripreso spostamenti sospetti. Gli inquirenti sono infatti convinti che l'assassino, o gli assassini di Yara, sono arrivati sul posto in auto, o con un furgone, per poi scaricare il corpo della ragazza, o forse per ucciderla lì, sul posto. Intanto il campo di Chignolo d'Isola non è più transennato dalla forze dell'ordine. I nastri che circondavano l'area e le bandierine della polizia scientifica non ci sono più.    
Secondo il capo della protezione civile di Brembate Sopra, Pietro Valsecchi: "Una sola persona non poteva fare una cosa di questo tipo, un massacro così. Yara è stata portata qui da più persone, ne sono convinto". Valsecchi ha ribadito la sua teoria che qualcuno nella cittadina bergamasca sapeva: "Ho detto che secondo me qualcuno non ha parlato perché sono convinto che almeno una persona abbia visto cosa è successo qui a Chignolo. Non è possibile non accorgersi che qui qualcuno ha portato il cadavere di questa povera ragazza. Non ci sono alberi, non ci sono salite né avvallamenti particolari. Qui non si poteva non vedere e mi riferisco a tutta la gente del posto, non solo ai volontari che qui hanno cercato Yara. Non so invece, se a Brembate Sopra qualcuno sapeva: non voglio accusare nessuno".

Allora, il criminologo sostiene non trattarsi di un omicidio con movente sessuale, secondo me sbaglia. Altri pensano che ci siano almeno due aggressori, anche questi, secondo me, sbagliano. Infine, altri ancora, presumono che qualcuno sapesse e sia stato zitto. Pure questi sbagliano.
Partiamo dall’inizio: il rapimento. Avviene nei pressi di una cittadella dello sport. In un’ora piuttosto buia. Probabilmente l’agguato è avvenuto in una zona poco illuminata. Chiunque sia stato conosceva il luogo, chi lo frequentava, le abitudini, la routine. Il predatore sessuale va dove trova le prede. Costui doveva sapere che nella palestra c’erano delle ragazzine che si allenavano al corso di ginnastica ritmica. Yara non era tra queste, era lì per altri motivi, ecco perché credo che lei non doveva essere la vittima designata. Ha avuto molta sfortuna perché abitando nei pressi non aveva bisogno di un genitore che la venisse a prendere. Lei non doveva essere lì quella sera, dunque è stata una vittima casuale. È rimasta circa un’ora in palestra, sarebbe potuta uscire con altre persone. Come poteva l’aggressore sapere in anticipo le mosse di Yara? Questo però non esclude che la conoscesse ma è difficile dirlo. Di certo conosceva il posto. Lo ha studiato bene perché il rapimento è riuscito. Ma come ha fatto a costringere Yara a salire in macchina o furgone che sia stato? Certamente l’aggressione deve essere avvenuta nei pressi dell’auto, o ha fatto un vero raid costringendola con il coltello o anche con una pistola (magari giocattolo modificata) oppure ha usato un approccio garbato e innocente fino a che non si è avvicinata troppo all’auto allora ha cambiato atteggiamento, oppure in qualche modo l’ha tramortita. Yara non ha urlato, o almeno nessuno ha udito nulla.
Il corpo di Yara non presentava legami di alcun genere: lacci, corde, manette. Per cui presumo che l’assassino non abbia usato alcun mezzo di contenzione. Allora o l’ha tenuta buona sotto minaccia o, ripeto, deve averla tramortita. Escludo due persone perché l’omicidio è certamente da attribuire ad uno solo, poi vedremo il perché.
Cerchiamo di capire in modo più approfondito lo schema di quest’aggressore: ha pianificato il rapimento. Ma a quale scopo? Noi abbiamo al momento due tempi, l’inizio e la fine: il rapimento e l’omicidio. C’è qualcos’altro in mezzo? Non credo che abbia rischiato così tanto solo per commettere un omicidio, si presume che volesse altro, ovvero perpetrare una violenza carnale, un abuso sessuale. Non abbiamo elementi di prova per dirlo, lo presumiamo dal contesto, dalle modalità, dalla letteratura, dalla logica.
Ricapitoliamo: l’uomo premedita il rapimento, di certo premedita anche la violenza, se è nella sue intenzioni. Bisogna vedere se era premeditato anche l’omicidio. Per non lasciare testimoni dedurremmo di sì, eppure questa ultima fase lascia qualche dubbio. Vediamo perché.

RAPIMENTO: PREMEDITATO -  RIUSCITO SECONDO IL PIANO
(nessuno ha udito o visto nulla, Yara sparisce nel silenzio)

VIOLENZA:    PREMEDITATA - NON RIUSCITA SECONDO ILPIANO
(Il corpo è stato trovato con tutti i vestiti addosso compreso giubbino, guanti e scarpe; segno che non c'è stata denudazione. Oppure, dopo la violenza Yara si sarebbe rivestita. Ma appare poco probabile)

OMICIDIO:     PREMEDITATO -  NON RIUSCITO SECONDO IL PIANO
(Il cadavere si trova in un luogo esposto, non è occultato, non vi sono segni di mezzi di contenzione: lacci, corde manette. Né di trasporto: buste, cartoni o altro L'aggressione dunque pare sia avvenuta in altro luogo e poi il corpo è stata  abbandonato nel campo appena possibile)


Il tutto è avvenuto quella sera stessa, 26 novembre 2011: rapimento, tentata violenza, omicidio, abbandono del cadavere. Presumibilmente l'arco temporale va compreso fra le 18:50 e le 21:00.

Questo schema ci dice che l’unica parte del piano che è riuscita è stata la fase del rapimento. La violenza secondo me non c’è stata, vedremo però se l’autopsia confermerà o meno. Tuttavia, anche questa fase era stata pianificata. Siamo nella notte del 26 novembre; fa molto freddo. Non credo che il tipo avesse pensato di abusare di Yara all’aperto. Doveva aver individuato un posto. Per questo credo avesse pensato al cantiere di Mapello. Questo luogo è vicino alla palestra per cui l’aggressore non deve stare molto tempo a tenere a badare all’ostaggio. Alle 19:10 la madre chiama Yara, le invia un sms. Un minuto dopo il cellulare viene spento. L'aggancio risulta nella cella di Mapello. Inoltre anche i cani  molecolari seguono la traccia sino in questo cantiere. Dopo di che non vanno oltre. Se ne deduce che Yara lì deve avervi sostato per qualche tempo. 
Giunti sul posto l'aggressore cerca di abusare di Yara. La ragazzina però reagisce, questo lo coglie di sorpresa, il che mi fa pensare che non doveva trattarsi di una stazza d’uomo poiché per avere ragione della vittima ricorrerà a fendenti. Non sono colpi tirati con precisione, non sono dati secondo uno schema, vengono dati a casaccio, con la vittima in movimento. Il fatto che Yara abbia ricevuto un colpo ai reni mi fa pensare all’atto di piegare il dorso per scendere dall’auto per cui offre all’aggressore i lombi. Il colpo deve averla paralizzata dal dolore per cui l’assassino continua a infierire. A quel punto decide di finirla per cui può essere che la giri per colpirla la cuore. Però, se Yara ha avuto la possibilità di giragli la schiena e tentare di scappare vuol dire che per un momento egli non ha avuto il controllo  della situazione. L’unica spiegazione che dò è che Yara lo abbia colpito, immagino al volto, in quell’attimo di esitazione lei ha cercato un varco però l’aggressore è stato più veloce.
Deve trattarsi di un soggetto inadeguato, con scarsa autostima se pensa di ottenere dei benefici sequestrando una ragazzina. Non riesce, nonostante la minaccia di un’arma, a tenere a bada un’adolescente. Yara ha lottato per opporsi alla violenza che poi è degenerata in un omicidio. Credo sia alla sua prima aggressione. La prossima, se non verrà catturato, sarà meglio pianificata.
L’omicidio era nelle sue intenzioni ma non in quelle circostanze. Se il tutto è avvenuto in via Bedeschi la scena la possiamo immaginare anche all’aperto, anche se, da quel che ho capito, non siamo lontani dalla strada maestra per cui appare difficile che egli abbia pensato di abusare di Yara in quel luogo. Ma allora dove è stata uccisa Yara? I cani molecolari si sono spinti sino al cantiere. Ma non c’erano tracce organiche di Yara in quel posto. Allora o i cani si sono sbagliati  o quella è stata una tappa dove non sappiamo cosa sia avvenuto oppure la scena, come detto precedentemente, è avvenuta sul automezzo dell’assassino. A questo punto l’assassino si trova in una situazione non prevista: si è macchiato di sangue. Forse aveva pensato di sbarazzarsi del corpo ma in una maniera più pulita per lui. Magari aveva pensato di strangolarla, o ucciderla in un altro modo. Ma i fatti sono precipitati e lui deve sbarazzarsi di un cadavere. Non ha tempo per occultare, non ha un campo come Michele Misseri. Lui non ha un luogo dove lasciare questo fardello. Se ne deve però liberare il prima possibile. Questa ultima parte l’ha pianificata male. Occultare il cadavere sarebbe stato per lui un buon sistema per non lasciare nessuna traccia. Ho immaginato che il cantiere avrebbe dovuto essere il luogo dove nascondere il cadavere. Lì sarebbe avvenuta la violenza e lì sarebbe dovuta morire Yara. Però, adesso c’è troppo sangue. Gli operai il giorno dopo vedrebbero questo sangue e lancerebbero subito l’allarme. Il corpo sarebbe stato subito ritrovato. Lui ha bisogno d tempo. Perché se si è ferito, se ha una contusione al volto, deve curarla. Se la macchina si è sporcata, dovrà lavarla. In ogni caso, ne sono certo, costui il giorno dopo ha lavato di persona la propria auto. Se la polizia arriva al cantiere arriverà a lui. Per cui è costretto a cambiare piano: via Bedeschi rappresenta l’improvvisazione di un piano andato male.
Quella sera via Bedeschi non era contemplata. Il corpo è stato abbandonato perché qualcosa è andato storto. Però si è premunito di lasciarlo il più lontano possibile da luogo dove abita lui. L’assassino non va dunque cercato a Chignolo d’Isola. Ma a Brembate.
In base agli esami autoptici vedrò come modificare questo scenario.


1 commento:

  1. Hai mai notato che le scarpe erano una come nuova, mentre l'altra completamente sporca e messa male? Come il cadavere mezzo mummificato e mezzo no... Come se avessero tenuto per molto tempo quel corpo semicoperto da qualcosa.

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