Il padre di tutti i serial killer;
il principe degli assassini sadici/sessuali; l’archetipo del Male, quello che
oramai è una leggenda nella storia della criminologia, anzi la leggenda, ovvero
Jack lo Squartatore, avrebbe un nome, Aaron Kosminski,
un ebreo polacco nato l’11 settembre del 1865.
Jack operò nel 1888,
terrorizzando Londra per due mesi, dal 31 agosto al 9 novembre. Questo breve lasso
di tempo è bastato per immortalare il nome di Jack lo Squartatore a caratteri d’oro
negli annali della storia mondiale del crimine. Tuttavia, per paradosso, la
scoperta della sua vera identità, sempre che, ripetiamo, questa notizia verrà
confermata, sancirebbe la morte di Jack più che la rinascita. Infatti, nelle
enciclopedie dei serial killer non dovremmo più trovare Jack lo Squartatore
bensì Aaron Kosminski, alias Jack the Ripper. È come se tolta la maschera di
Arlecchino, Arlecchino cessa di esistere.
La vera identità di Jack è stato
un assillo per molti criminologi, giornalisti, scrittori, semplici cittadini.
La ricerca del suo vero nome è stata una vera e propria caccia al tesoro che pare abbia
vinto Russell Edwards. Tuttavia le modalità con la quale questa notizia è apparsa
sui giornali di tutto il mondo lascia assai perplessi. Potrebbe trattarsi di una
bufala per vendere un libro. Staremo a vedere. Comunque, sembrerebbe che il DNA
di Kosminski sarebbe stato ritrovato su uno scialle appartenuto a Catherine
Eddowes, la quarta vittima di Jack.
Russell Edward mostra lo scialle di Catherine Eddowes |
Russel nel 2007 avrebbe comprato questo scialle ad un'asta pubblica. In seguito avrebbe commissionato al dottor Jari Louhelainen, un biologo molecolare, la ricerca del DNA. Lo scienziato avrebbe estratto del DNA mitocondriale di origine spermatica. Non possedendo né il DNA della vittime né il DNA dell'assassino, sono stati prelevati campioni ai discendenti dell'una e dell'altro. Supponiamo che non solo Kosminski ma anche altri discendenti di sospettati siano stati saggiati. Non sappiamo.
Questo scialle però non è certo che sia appartenuto alla vittima poiché i verbali del tempo sembra che non ne parlino. In ogni caso, Edward ha fatto molto meglio della scrittrice Patricia Cornwell, la quale convinta che Jack fosse il pittore Walter Sickert non ha esitato a danneggiare un suo quadro alla ricerca del DNA. La Cornwell crede di aver dato un nome a Jack lo Squartatore ma di sicuro lei si è comportata da Jackie la Squartatrice. Una simile azione non merita neppure un commento.
IL MITO DI JACK
I più famosi Serial killer della
storia sono tre: Jack lo Squartatore, il Killer dello Zodiaco e il Mostro di Firenze.
Nessuno di questi tre è stato il più prolifico assassino della storia, la loro
notorietà non è legata al numero delle vittime e neppure al modo brutale di
uccidere. Altri sono stati più prolifici e più sanguinari, ma questi tre sono
entrati nella leggenda per il mistero che li circonda.
Jack ebbe subito grande notorietà
per molti motivi: la letteratura gialla, inventata in quello stesso secolo di
sana pianta da Edgar Allan Poe, era diventata ormai la narrativa per eccellenza
da leggersi nei lunghi viaggi.
I tascabili nacquero proprio per le esigenze dei
viaggiatori dei treni. Ancora oggi il giallo è al primo posto come gradimento in ogni paese. E ciò si è ripercosso anche nel cinema, nel
fumetto e nella televisione. Il male attira in una maniera mirabile, chissà per
quale motivo. Forse perché ci sentiamo tutti un po’ vittime e un po’ carnefici.
Forse aveva ragione Stevenson ne Lo strano caso del dottor Jekyll e del
signor Hyde a dire che siamo una miscela di Bene e di Male. Il Mister Hyde che
è dentro di noi si compiace di leggere di crimini efferati, delitti irrisolti,
morti atroci.
Jack, dunque, affascinava e turbava poiché era la
personificazione vivente di quello che si poteva leggere sui gialli d’appendice.
Ma Jack era vero, non era un personaggio da romanzo noir, quindi era assai più inquietante
e, per certi versi, più stimolante. Le sue gesta era come se pigiassero sui tasti
bianchi della nostra componente suicidiaria e su quelli neri della nostra
componente omicidiaria traendone una melodia sinistra a accattivante.
L’altro elemento
di successo di Jack sono stati i giornali. I quotidiani erano una novità nell’Ottocento
e facevano dei resoconti particolareggiati dei suoi delitti e di come si
svolgeva l’inchiesta. Inoltre, gli articoli venivano corredati da disegni molto
suggestivi i quali avevano una forza di attrazione molto più potente delle
moderne fotografie. Quindi, il lettore poteva seguire per la prima volta giorno
dopo giorno gli umori della polizia e quelli della gente comune. L’analfabetismo
era molto elevato ma c’era chi leggeva per tutti.
Il carico da
undici lo calò lo stesso Jack o chi per lui scrivendo ai giornali. Le sue
lettere erano terrorizzanti forse molto più degli stessi omicidi poiché
rendevano l’assassino vivo, parlante e respirante.
La polizia non sapeva che
pesci prendere mentre costui mostrava un disprezzo totale verso gli
investigatori deridendoli e preannunciando ulteriori delitti. In quei mesi dunque
c’erano due Jack che agivano, quello che uccideva e quello che scriveva, se
erano la medesima persona è difficile dirlo ma certo si muovevano in concerto.
Forse si trattava di un assassino e di un mitomane ma costui fece la sua parte in maniera
mirabile alla stessa maniera del primo.
PARALLELISMI
Il Killer dello
Zodiaco è un figlio che ha seguito le orme del padre, egli infatti scriveva ai
giornali delle lettere. In questo modo anche lui è entrato nella leggenda. Le
lettere di Zodiac erano una sfida alla polizia. Dei veri dei crittogrammi che
ancora non sono stati tutti decifrati e sui quali si esercitano sia comuni
mortali che specialisti senza che si riesca a venire a capo di nulla.
Una lettera di Zodiac del 26 giugno 1970 |
Sia Jack, sia
Zodiac, scelsero essi stessi il loro nome, e scelsero bene, quasi fossero esperti
di marketing. Infatti la scelta dello pseudonimo ha contribuito ad alimentare
la loro leggenda.
Il Mostro di Firenze,
al contrario dei suoi due colleghi, era un taciturno, e non scelse il proprio nome che gli venne affibbiato dai giornalisti. Non scrisse lettere ai
giornali, ne mandò una sola a un magistrato che si era occupato del caso. Ma lo
fece in una maniera pregevole per lui, da vero serial killer psicopatico:
nessun biglietto, nessuno scritto, neanche una frase ma solo un lembo di seno
della sua ultima vittima.
L'inquietnte lettera del Mostro di Firenze contenente il lembo di seno di Nadine Mauriot |
Questo assassino è divenuto famoso poiché aveva una
ritualità ossessiva, è stato un caso unico nella storia del crimine: per sedici
anni ha colpito sempre coppiette in cerca di intimità che nelle notti di
novilunio si appartavano negli spiazzi di campagna. A Giogoli trucidò due
ragazzi ma solo perché uno dei due lo scambiò per una donna. Ha utilizzato ogni
volta la stessa arma, una beretta calibro .22, e sempre i medesimi proiettili,
anche quando andarono fuori produzione: cartucce Winchester serie H Long Rifle.
LA SCIENZA
Se la scoperta di
Edward verrà confermata, ancora una volta la scienza avrà aiutato a svelare un
mistero che durava da oltre un secolo; il DNA è diventato l’Abracadabra degli scienziati
forensi che schiude le porte degli enigmi e fa vedere finalmente la verità.
Forse anche il Mostro di Firenze potrebbe aver lasciato il suo DNA nella tenda
occupata dalle sue ultime vittime dato che ebbe una colluttazione con il
giovane Kraveichvili che dovette uccidere a pugnalate. Forse c’è, forse non c’è.
La tenda esiste, è ancora nelle mani della procura ma non verrà utilizzata per
cercare il DNA semplicemente perché per la stessa procura gli assassini sono
stati consegnati alla giustizia e condannati. Sarebbero i compagni di merende. La
procura non sente il bisogno di dimostrare ciò che i processi hanno già dimostrato. Per cui non ci sarà mai nessuna prova del DNA a risolvere il caso del Mostro di Firenze. Forse un'altra occasione perduta per catturare questo temibilissimo criminale.
La tenda dei francesi nella quale il Mostro di Firenze potrebbe aver lasciato il suo DNA |
Comunque, se Kosminski
era veramente lo Squartatore, adesso andrebbe studiato e messo nel palcoscenico
in cui ha agito Jack. La sua abitazione dovrebbe trovarsi al centro dei
delitti, poiché appare logico che l’assassino fosse del posto con l’abitazione
in prossimità delle scene dei crimini.
Come facciamo a dire questo? La prima vittima di
Jack, Mary Ann
Nichols, venne rinvenuta pochi minuti dopo essere stata
uccisa ma nessuno notò un uomo macchiato di sangue.
Come i giornali dell'epoca rappresentarono il rinvenimento del cadavere di Mary Ann Nichols. Potenza del disegno. |
La terza e la quarta
vittima vennero massacrate nella medesima notte, in quello che è stato definito
il doppio evento, a pochi minuti di distanza e a poche centinaia di metri l’una
dall’altra. Alle ore 1:05 venne trovata Elizabeth Stride, alle 1:45 Catherine Eddowes. Quindi, mentre la polizia arrivava
in modo massiccio sulla SdC della Stride egli tranquillamente si spostava per uccidere la Eddowes, quella dello sciallo oggi molto famoso. Eppure, nessuno notò un uomo tutto insanguinato. Probabilmente Jack
abitava in qualche posto fra queste due SdC, si cambiò velocemente di abito e
uscì nuovamente per uccidere essendo stato disturbato durante l’omidicio della
Stride.
PERSONALITÀ DI JACK E DI
KOSMINSKI
Jack non si limitava a pugnalare.
Jack era preso da una frenesia sanguinaria che lascia attoniti: quasi
decapitava le sue vittime e le sventrava asportando organi interni e portandoli
via. In questo, il Mostro di Firenze è figlio d’arte, poiché anche costui
portava via il pube e il seno delle ragazze che trucidava. Ma non le sventrava.
Jack sì. Jack era veramente folle. L’ultima sua vittima, Mary Jane Kelly, fece
una fine orribile, la squartò come un maiale e sparse i suoi organi per tutta
la stanza.
Ricostruzione tridimensionale del cadavere della povera Mary Jane Kelly. Notare la mutilazione del viso e dei seni. Gli altri organi interni erano poggiati sui mobili. |
Fu l’unica donna a venire uccisa in un luogo chiuso quindi Jack non
venne disturbato da nessuno e poté prodigarsi nel suo macabro show sino in
fondo. Per completezza citiamo anche la seconda vittima di Jack, Annie Chapman. Il nostro Jack doveva essere una personalità altamente paranoica. I suoi omicidi
ricordano quelli di Richard Trenton Chase, il Vampiro di Sacramento. Uno schizzato convito che il suo sangue si
stava trasformando in polvere per cui uccideva e squartava per bere sangue fresco. Anche Jack doveva soffrire
di qualcosa del genere. Kominski, era stato tra i sospettati per gli omicidi di
Jack. Venne internato in manicomio poiché era convito che volessero mangiarlo,
aveva delle allucinazioni uditive. Si cibava di rifiuti e a un certo punto smise di lavarsi e cambiarsi.
Jack doveva essere un assassino disorganizzato, oggi non avrebbe avuto scampo.
In questo senso Kosminski potrebbe effettivamente essere Jack.
Non erano però per nulla
disorganizzati né Zodiac né il Mostro di Firenze. Ma certo erano psicopatici anche loro.
CONCLUSIONI
Se Jack ha trovato rifugio in qualche manicomio e a smesso di uccidere, questo non è accaduto né a Zodiac né tantomeno al nostro Mostro di Firenze. Svelato il mistero di Jack personalmente non voglio aspettare altri 126 anni per scoprire chi erano Zodiac e il Mostro di Firenze. Ma se su Zodiac abbiamo speranze perché gli americani ancora lo cercano, non ne abbiamo nessuna per il Mostro di Firenze dato che il suo nome è stato blindato a doppio lucchetto da una sentenza della magistratura che ha visto condannare delle persone che nulla hanno a che vedere con la personalità e l'agire di un serial killer solitario. Poiché una cosa è certa, il Mostro di Firenze è un figlio di Jack come un figlio di Jack è Zodiac Killer.
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