domenica 14 dicembre 2014

LORIS ANDREA STIVAL: IL BAMBINO SCOMPARSO E RITROVATO - 2 parte - La premeditazione




Il caso dell’omicidio di Loris Stival, di anni 8, appare ormai risolto: abbiamo l’assassino, l’arma del delitto, il percorso effettuato. Ma non abbiamo il movente. Ad uccidere il bambino è stata la madre, Veronica Panarello, di anni 26. I sospetti, per quel che mi riguarda, erano immediatamente caduti su di lei per il fatto che non ritenevo possibile un rapimento in pieno centro urbano alle 8:30 del mattino nei pressi di una scuola in un paese dove tutti si conoscono.
A Veronica non crede più nessuno, neppure i suoi stessi familiari come dimostrano le intercettazioni telefoniche riportate dai vari mass media. A tal proposito mi domando se sia lecito pubblicare conversazioni private che dovrebbero far parte esclusivamente delle indagini.

LINEA TEMPORALE DELLA MORTE
Schema ripreso da Agenzia Ansa
In questo schema vengono messe a confronto la versione di Veronica e la ricostruzione degli inquirenti. Le contraddizioni sono evidenti.

L’ORA DEL DECESSO
L’ora della morte è stata stabilita fra le 10 e le 10:30. Però attenzione, stiamo parlando della morte biologica, ovvero della cessazione di ogni attività vitale. La morte cerebrale, in realtà, dovrebbe essere avvenuta prima, al momento in cui il bambino è stato strangolato. Quindi, tecnicamente quando Loris è stato gettato nel canale di scolo era ancora vivo anche se clinicamente morto. In sostanza, non era ancora cadavere quando è stato lasciato al Vecchio Mulino, è morto circa 30 minuti, un’ora dopo. Per cui la stima del medico legale circa l’ora del decesso, che si basa su varie considerazioni, tipo la temperatura corporea del cadavere, i processi putrefattivi, le macchie ipostatiche, non corrisponde all’ora in cui è avvenuto il delitto. L’assassino si è disfatto del corpo del bambino credendolo morto quando in realtà era ancora vivo, nel senso che il cervello era ormai privo di attività tuttavia il suo piccolo cuore batteva ancora.

LE TELECAMERE
Schema ripreso da Agenzia Ansa modificato dall'Autore
Le telecamere sparse per il paese vedono Veronica muoversi nei pressi di casa (in rosa), in località Vecchio Mulino (in azzurro) e a Donna Fugata (in giallo). Ma nessuna telecamera la inquadra nei pressi della scuola come lei sostiene di essere stata quella mattina.

OMICIDIO LORIS STIVAL VERSUS OMICIDIO SAMUELE LORENZI
Se prendiamo a paragone il delitto di Cogne con questo ravvisiamo degli elementi in comune e delle differenze che ci fanno comprendere come il primo forse è stato dovuto all’impeto del momento mentre questo appare molto premeditato.  

ARMA DEL DELITTO E MODALITÀ OMICIDIARIE
La Franzoni ha utilizzato un oggetto contundente per uccidere il proprio figlio infliggendogli 17 colpi che lo hanno devastato sporcando l’intera camera di sangue e materia cerebrale. Lei era ancora in pigiama. La Panarello invece si è servita di una fascetta stringicavo per fili elettrici. Era vestita. Nel primo caso sembra proprio che la donna fosse incapace di intendere e volere al momento del fatto poiché se avesse premeditato il delitto lo avrebbe effettuato in maniera più pulita. Insomma, la Franzoni ha utilizzato la prima cosa a portata di mano ed ha infierito contro il bambino.
In questo caso, invece, aver usato una fascetta stringicavo fa pensare alla premeditazione. L’oggetto, così come una pistola, va armato, nel senso che per utilizzarlo va prima infilato un capo nell’occhiello apposito, quindi bisogna stringere.
Come si arma una fascetta. Queste sono piccole  ve ne sono di diverse misure.
Per cui tale operazione non è compatibile con un momento di rabbia. Inoltre, porre il cappio attorno al collo del bambino fa pensare a un inganno da parte dell’assassina. Loris aveva 8 anni, quindi avrebbe potuto opporre un minino di resistenza. Bisogna vedere se il cappio stringeva davanti, lateralmente o posteriormente. Se l’assassina si è posta dal di dietro ha infilato in modo veloce e di nascosto la fascetta attorno al collo del povero bambino. Un particolare in più per escludere un momento di obnubilazione dovuta alla rabbia.

PREMEDITAZIONE
Ma forse l’elemento che inchioda la donna alla premeditazione è aver parcheggiato l’auto nel garage. Alle 08:32 Veronica, Loris e l’altro figlio escono per andare alla macchina. Un minuto dopo, però, si vede ricomparire Loris che rientra. Dunque, questo bambino non è mai salito sull’auto di sua madre. Rientrando con nessuno in casa deve averlo fatto da solo. Dopo 17 minuti rientra anche Veronica. ATTENZIONE:la donna non parcheggia davanti casa, dove le telecamere fanno vedere che c’era posto, ma entra in casa, apre il garage e porta la macchina dentro. Quindi richiude la porta del garage. In sostanza il garage comunica con l’interno della casa. Come mai Veronica non aveva le chiavi del garage? Lei dice che è entrata nel garage passando dalla casa perché da mesi aveva smarrito le chiavi della saracinesca. Ma il marito la smentisce, le chiavi erano nella macchina insieme ad altre di casa. Quindi, queste chiavi sono state utilizzate da Loris perché potesse rientrare, e con queste che il bambino ha aperto il portone.
Veronica esce nuovamente alle ore 09:45 per recarsi a un corso di cucina a Donna Fugata. Rimane dunque in casa per 36 minuti, durante i quali uccide Loris. Domanda: se doveva nuovamente uscire perché infila la macchina in garage? La mette perché non si possa vedere mentre colloca il corpo del bambino nel bagagliaio, ovviamente. Ma quando ripone la macchina nel garage facendo anche diverse manovre Loris è ancora in casa vivo! Dunque, quando ha parcheggiato in garage ella già sapeva che avrebbe ucciso il figlio.
La telecamera A è quella che ha incastrato Veronica Panarello (fotogramma Ansa rielaborato dall'Autore)
Veduta di casa Stival dalla parte della telecamera A (da Google Maps, elaborazione originale dell'Autore)
Visuale aerea della telecamera A (da Google Maps, elaborazione originale dell'Autore)

Visuale telecamera A (da Google Maps, elaborazione originale dell'Autore)
AZIONI ANTE DELICTUM E POST DELICTUM
Ritornando a Cogne, non sappiamo se anche lì ci fu premeditazione poiché non conosciamo le azioni dell’assassina prima del delitto. Nel caso di Veronica, sì. Il bambino esce con la madre ma poi rientra subito dopo. Evidentemente, la madre ha già progettato il delitto poiché inganna il figlio. Lo fa uscire per non insospettirlo ma poi con qualche scusa lo fa rientrare subito dopo.
Le azioni post delictum in entrambi i delitti smentiscono che dopo l’omicidio le rispettive madri abbiano dimenticato cosa hanno fatto cancellando dai loro ricordi l’assassinio dei figli. In tutti e due i casi, infatti, si sono preoccupate di costruirsi un alibi. La Franzoni si è rivestita e lavata. Ma non si sa dove abbia messo i vestiti sporchi di sangue e l’arma del delitto, ragion per cui, in mancanza di questi elementi, che sembrano scomparsi nel nulla, potrebbero ancora sussistere dubbi sul fatto che sia stata veramente lei l’assassina di Samuele. Veronica, invece, si sbarazza del corpo del figlio e va a Donna Fugata per costruirsi un alibi.

LO SLIP E LO ZAINETTO
Loris è stato ritrovato completamente vestito ma senza slip. Come mai? L’idea è quella che Veronica abbia fin da subito pensato che doveva far credere a un rapimento da parte di un pedofilo assassino. Questo particolare la inchioda ancora di più alla premeditazione poiché se ella ha vestito il bambino prima del delitto senza mettergli lo slip significa che sapeva già cosa stava per fare. A meno che, dopo averlo strangolato, non lo ha spogliato e poi rivestito. Ma se aveva in animo di ucciderlo non aveva senso sobbarcarsi tutta questa ulteriore incombenza. Semplicemente quella mattina Loris non ha mai indossato nessuno slip.
Dello zainetto Veronica se ne è disfatto, molto probabilmente, nel tragitto fra Donna Fugata e Santa Croce Camerina perché nella fretta di liberarsi del cadavere ha dimenticato lo zainetto in macchina. Infatti, sarebbe stato logico farlo ritrovare dove ha lasciato il piccoletto. Probabilmente, mentre era al corso di cucina deve aver ripercorso mentalmente i suoi movimenti e si è ricordata dello zainetto.

MOVENTE
Solo lei lo conosce. Si tratta di un delitto premeditato ai danni di un proprio figlio. Non è la prima volta che una madre uccide un figlio per ragioni che non necessariamente hanno una motivazione nella malattia mentale. Certo, compiere un gesto così efferato non è da mente normale. Ci sono state madri che hanno sterminato i propri figli per futili motivi. In questo caso scoprire il perché sarà molto più difficile che scoprire il come.
Questo delitto entrerà negli annali della Cronaca Nera come uno dei più spietati omicidi di una madre ai danni di un proprio figlio.Veronica Panarello si è conquistato un posto d'onore nella storia del Crimine.

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