Prima parte
La falsa storia di
Jack Unterweger
Jack e il suo adorato cane Joy |
Introduzione
Chi non crede nella redenzione dovrebbe ascoltare
la triste storia di Jack Unterweger. Un uomo geniale, un poeta, uno scrittore
finissimo che dal fango raggiunse le stelle e poi per invidia, malanimo,
cattiveria venne nuovamente respinto nel fango. Perché la redenzione è un
lungo, aspro cammino che non a tutti piace; se qualcuno riesce in qualcosa a
qualcun altro può non piacere tale traguardo e farà di tutto per nuocere colui che lo
ha raggiunto. Udite dunque come venne osteggiato, maltrattato e umiliato uno
dei più grandi letterati austriaci.
Povero Jack
Tutti vorremo nascere in una famiglia agiata,
borghese, istruita come quelle della pubblicità. Beh, questo non toccò al
nostro Jack. La sorte non fu benefica con lui. La madre era una truffatrice e
prostituta, la sorella di lei, anch’essa una prostituta, venne uccisa dal
suo ultimo cliente, un episodio che turberà Jack per tutta la vita e lo porterà
ad avere la massima considerazione nei confronti delle povere donne costrette a
vendere il proprio corpo. Il nonno era un ubriacone, un rozzo, un despota che
lo tiranneggiava in tutti i modi. Il padre un soldato americano che lui non
conoscerà mai. La madre praticamente lo abbandonò nelle grinfie di questo nonno
crudele che abitava nel posto più desolato dell’Austria, in mezzo ai monti dove
non c’era neppure l’elettricità. Povero Jack! aspettò il ritorno della madre
per anni. Lei, certo, tornava qualche volta, sempre per prendere qualcosa ma
quel qualcosa non era mai suo figlio. E così Jack quasi analfabeta diventò un
ribelle. Sì, un ribelle prima che un delinquente. Egli non ebbe altra scelta
perché non c’erano altre scelte. Divenne ladro, truffatore, pappone, ma trattò
sempre bene le ragazze che lavoravano per lui, memore di questa zia massacrata
dal suo ultimo cliente.
Un incontro
fatale
Jack credeva
di odiare la madre, in realtà l’amava, purtroppo lo capì nel peggiore dei modi
quando incontrò Margret Schaefer.
Margret Schaefer |
Era il 1974, lui aveva 24 anni, la ragazza 18. Jack
era fidanzato e Margret comunque lo perseguitava con le sue avances. Ciò
irritava profondamente Jack. Non per le avances in sé, bensì perché la ragazza
gli ricordava un’altra donna: sua madre. Non voleva avere nulla a che fare con
lei come non voleva avere nulla a che fare con sua madre. L’11 dicembre del
1974 avvenne un litigio fra loro due, Jack la colpì e fu come se la sua rabbia
a lungo contenuta e repressa scattasse su come una molla: non riuscì più a
fermarsi. Non era Margret che stava colpendo ma sua madre. Tutta l’infanzia di Jack,
i suoi tormenti, le sue attese, le sue delusioni si concentrarono su quella
povera ragazza che aveva l’unico torto di somigliare a sua madre. Per anni Jack
dirà a chiunque gli ricordasse la sua vittima: “Magari potessi disfare ciò che ho fatto.” Quell'atto fu comunque per lui una catarsi poiché capì che in quella rabbia c'era il desiderio e l'amore del bambino che nascosto dentro di lui cercava la propria madre. Peccato che ci andò di mezzo un'innocente.
La discesa di
Lucifero
Nel 1975 Jack per questo omicidio venne condannato
all’ergastolo.
Jack all'epoca dell'omicidio Schaefer |
In Austria per ergastolo si intende 25 anni di prigione, ma dopo
15 anni un detenuto può chiedere la libertà vigilata. Non è possibile ricevere più di un ergastolo. In Italia, come si sa, invece è
possibilissimo ed esiste il fine pena mai.
A quel punto Jack si considerava un nocciolo di
pesca che veniva risucchiato nella terra. Il rimorso per quello che aveva
fatto, la mancanza di una famiglia solida, non saper svolgere nessun tipo di
attività, essere quasi analfabeta lo portò a contemplare il suicidio. Poi però
accadde qualcosa…
Resurrezione
Cosa che mai aveva fatto prima, Jack cominciò a
imparare a leggere, e divenne avido di romanzi. Non solo, si rese conto che
anche lui aveva delle storie da raccontare per cui iniziò a scrivere. Nel
carcere ci si accorse che questo detenuto si stava trasformando in un'altra
persona. E così gli permisero di frequentare un corso di scrittura creativa. Fu una
rivelazione: mai Jack
avrebbe creduto di possedere qualità letterarie, invece ne era dotato eccome.
La letteratura era una dimensione che non aveva mai sperimentato, era come se
da scalpellino della tomba di Tutankhamon fosse diventato egli stesso il faraone
e quel luogo sacro fosse divenuta la sua dimora. La poesia, il teatro, la
narrativa, erano mondi colorati che annullavano quello grigio dell'uomo che era sempre stato. Più si ergeva in questo nuovo universo più il vecchio Jack
diventava piccolo e minuscolo fino a diventare un puntolino. L’Austria aveva
scoperto un nuovo astro nascente della letteratura in un luogo dove mai avrebbe
creduto di poterlo trovare, in un carcere; e in una persona che mai avrebbe
creduto potesse mai dare qualcosa di buono alla società: un assassino
semianalfabeta.
Rinascita
Jack scrisse il suo capolavoro, Fegefeuer oder reise ins Zuchtaus (Purgatorio,
o del viaggio in prigione) che venne pubblicato nel 1983.
I romanzi di Jak Unterweger |
Fu un trionfo, un
successo, ne venne tratto un film e il romanzo venne persino consigliato nelle
scuole. Il nocciolo di pesco non era affondato nella terra per essere
inghiottito per sempre ma per rinascere come una pianta rigogliosa e carica di
frutti. Seguirono fiabe per bambini, altri romanzi, rappresentazioni teatrali.
Di lui si accorsero gli intellettuali (Literarnik) e la gente bene (Promi) i
quali scrissero al Presidente della Repubblica per accelerare la scarcerazione anticipata
di Jack. Ma la legge lo vietava fino a che non avesse fatto almeno 15 anni di
prigione. Ciò accadde solo il 23 maggio 1990.
Libertà o
liberazione
Jack non era solo un uomo libero ma un’anima
dannata affrancata dai suoi peccati. Per l’Austria fu un vero trionfo, un
detenuto che aveva acquistato la libertà per meriti letterati era un evento
unico. Lo chiamavano il poeta delle
prigioni. Divenne noto, famoso, illustre; lo vedevi in televisione, nei
teatri, nei migliori caffè della capitale. Attorniato da donne affascinate dal
suo lato creativo in netto contrasto con quello assassino che un tempo lo aveva
distinto.
Intelligente, gentile, sagace, spiritoso, con una verve sorprendente,
Jack piaceva, piaceva a tutti. E piacevano le cose che scriveva. Ma non amava
parlare di quello che un tempo era stato… egli non aveva proprio più nulla a
che vedere con quel galeotto che aveva portato il suo stesso nome.
Jack in un'apparizione televisiva |
Un lavoro
di troppo
Tutto avrebbe dovuto fare Jack tranne una cosa: il
giornalista. Non che non avesse qualità per scrivere un pezzo di cronaca, anzi,
chi più di lui poteva capire il sottofondo nero di Vienna. Tuttavia avrebbe
fatto bene a rimanere nell’élite piuttosto che scendere nuovamente nella melma.
Ma qualcosa stava accadendo nella capitale, e lui non poteva tacere… il vecchio
Jack avrebbe potuto aiutare il prossimo più di quello nuovo, per cui, per il
bene dell’umanità, egli dovette rivestire i panni di ciò che era stato e
tuffarsi nel mondo perduto della prostituzione. Mai avrebbe potuto immaginare che
ciò sarebbe stato un errore fatale per lui.
Gli
assassini delle prostitute
Un misterioso assassino aveva ucciso quattro prostitute
nel giro di un mese nella capitale. I loro corpi verrano ritrovati a giorni o mesi di distanza nella foresta prospiciente Vienna, nel Wienerwald.
8 aprile 1991 scompare Silvia Zagler, verrà
ritrovata il 4 agosto nel bosco.
16 aprile 1991 scompare Sabine Moitzi, verrà
ritrovata
il 20 maggio nel bosco. Stuprata, percossa e strangolata.
28 aprile 1991 scompare Regina Prem, verrà
ritrovata il 19 aprile del 1992, nel bosco.
7 maggio 1991 scompare Karin Eroglu, verrà
ritrovata il
23 maggio nel bosco. Stuprata, percossa e strangolata.
Il 22 maggio 1991 esce l’articolo sull’assassino
delle prostitute, da quel momento non accade più nulla.
Il 3 giugno 1991 il giornalista-scrittore Jack
Unterweger intervista il capo della polizia di Vienna. Il suo interesse,
comunica, deriva dall’omicidio di una zia prostituta uccisa dal suo ultimo
cliente.
La polizia brancola nel buio, gli articoli di Jack
sono tutti a favore di queste povere vittime della società.
A Graz, 200 km lontano, c’erano stati altri due
delitti di prostitute, così, il 28 maggio 1991, un ispettore della capitale si recò in quella località per verificare se c’erano collegamenti fra gli omicidi delle prostitute
delle due città. Stabilì che non ve ne erano.
Ecco cosa se era accaduto a Graz.
25 ottobre 1990 scompare Brunhilde Masser,
ritrovata nei boschi il 5 gennaio 1991. Strangolata.
7 marzo 1991 scompare
Elfriede Schrempf, ritrovata il 5 ottobre 1991 nei boschi, probabilmente
strangolata.
Il 31 maggio 1991 August Schenner, ispettore di
Salisburgo in pensione, chiama la centrale di polizia di Vienna avvertendo che Jack
Unterweger potrebbe essere il probabile assassino. Le verifiche della polizia
però smentiscono l’ex ispettore. Ci sono due assassini, e Jack non ha ucciso
una prostituta nel 1974. Inoltre sembra molto ben integrato nella sua nuova
veste di giornalista e scrittore.
Un uomo
pieno di livore
Mai avere nemici, ma se proprio devi averne mai
nella polizia. August Schenner era uno di quelli che gliel’aveva giurata a Jack,
e al momento opportuno eccolo lì a cercare di metterlo nei guai. C’era una
vecchia ruggine fra loro che risaliva al 1973, quando l’ispettore cercò in
tutti i modi di incastrarlo per l’omicidio di Marica Horvath, avvenuto sulle
rive di un lago nei pressi di Salisburgo. La ragazza era stata percossa,
stuprata e strangolata. Schenner non aveva una pista finché non venne a sapere
che un certo Jack Unterweger era stato accusato dell’omicidio di una ragazza, Margret Schaefer, in
Germania. Ma Jack non centrava nulla poiché non era a Salisburgo quando Marica
venne uccisa. Schenner dovette desistere. Tuttavia tornò alla carica dieci anni
dopo asserendo che aveva nuovi elementi per stabilire che in realtà Jack era a
Salisburgo il 31 marzo del 1973. Jack a quel punto era però già al centro
dell’attenzione per i suoi meriti letterari e ben al di là di certe meschinità. Schenner
gli giurò che avrebbe fatto di tutto per impedirgli di tornare libero.
L’ispettore era un uomo pieno di rabbia, non credeva che un delinquente come Unterweger
potesse mai cambiare. Un uomo ottuso Schenner, che credeva di saperne più dei
letterati, degli psichiatri, dei sessuologi che avevano valutato e premiato il
percorso di riabilitazione effettuato da Jack.
Incredibili
coincidenze
Ignaro delle insinuazioni di Schenner, il nostro Jack
l’11 giugno del 1991 volò a Los Angeles per un’inchiesta sul mondo della
prostituzione negli Stati Uniti. Egli svolgeva il suo lavoro con il solito
zelo, non avrebbe mai potuto immaginare che il suo soggiorno in California
avrebbe coinciso con l’attività di un serial killer. Ma a onor del vero bisogna
dire che se fosse andato in Pennsylvania sarebbe stata la stessa cosa dato che
di serial killer negli USA ne girano parecchi. Questo pluriomicida di Los Angeles avrebbe ucciso ugualmente con o senza la presenza di Jack.
19 giugno 1991 scompare Shannon Exley. Verrà
ritrovata il giorno dopo. Strangolata con il suo stesso reggiseno.
28 giugno 1991, scompare Irene Rodriguez. Verrà
ritrovata il giorno dopo. Strangolata con il suo stesso reggiseno
3 luglio 1991 scompare Sherril Long. Verrà ritrovata
l’11 luglio. Strangolata con il suo stesso reggiseno.
Il 16 luglio 1991, Jack lascia gli Stati Uniti del tutto inconsapevole che durante la sua permanenza in città erano state uccise delle prostitute.
Il 16 luglio 1991, Jack lascia gli Stati Uniti del tutto inconsapevole che durante la sua permanenza in città erano state uccise delle prostitute.
Il mondo
felice di Jack
Preso dal suo lavoro Jack non si rende proprio
conto che la polizia non avendo nulla in mano e nessuno su cui indagare ha
iniziato a tenerlo sotto controllo. L’odio di Schenner si stava concretizzando
in una vera persecuzione nei suoi confronti.
Ma Jack non ha modo di accorgersi di nulla perché
ha una fidanzata adesso, si sono conosciuti a Los Angeles, e lei è venuta a
Vienna per vivere con lui. Appagato dal lavoro, dal rapporto sentimentale, dalla
nuova vita, i giorni scorrono tranquilli per lui… ma ancora per poco.
Scosse
telluriche
La prima avvisaglia l’ebbe il 1 settembre 1991
quando un giornale scrisse che la polizia aveva un sospettato per i delitti
delle prostitute e alluse a un ergastolano che aveva ottenuto la libertà
condizionata. Gli investigatori avevano anche dato un soprannome al loro
sospettato: Jack lo squartatore del
Penzing. Penzing era il quartiere dove le quattro prostitute di Vienna
risiedevano. Ovviamente Jack capì subito che si alludeva a lui. Da quel momento
la sua vita fu un susseguirsi di scosse, dapprima di lievi entità poi sempre
più violente fino al cataclisma. Tuttavia, la sua coscienza era a posto per cui
si preoccupò poco anche se quell’articolo lo irritò. Per maggior sicurezza, per
non immischiare la sua nuova fidanzata in quelle torbide storie, preferì
rimandarla a casa. Come sempre Jack era un vero cavaliere.
Tutte le
colpe sono di Jack
A quel punto, come sempre accade in questi casi,
ogni omicidio irrisolto fu attribuito all’assassino delle prostitute di Vienna.
E così quelli che di certo erano due differenti assassini, uno a Graz e l’altro
nella capitale, divenne uno solo: Jack Unterweger. Non solo, si andò spulciando
se tante volte ci fosse qualcos’altro in sospeso e ci si avvide che una
prostituta a Bregenz, ai confini con la Svizzera, era anch’essa stata uccisa il 5
dicembre 1990 e ritrovata il 31 dicembre del medesimo anno. In quel periodo Jack
si trovava proprio nei pressi di Bregenz.
Ma gli investigatori non fecero solo
questo, cercarono contro di lui ogni sorta di prova, sino a costruirsele.
Mandarono fonogrammi nei vari posti sparsi nel mondo dove Jack era stato
chiedendo se per caso nel periodo in cui egli si trovava in quel Paese c’erano
stati omicidi irrisolti. Fu così che lo strangolatore di Los Angeles la fece
franca, perché i suoi delitti furono attribuiti a Jack. E così accadde in
Cecoslovacchia, per la precisione a Praga, dove il 15 settembre 1990 era
sparita Blanka Bockova, ritrovata in giorno dopo, percossa e strangolata.
Mappa dei delitti |
Uno schema
perverso
Se ragioniamo bene su questi fatti ci rendiamo
facilmente conto di come gli investigatori si interessassero solo agli omicidi
avvenuti per strangolamento. Se Jack fosse andato una settimana in Bielorussia
e nel frattempo in quel paese ci fossero stati degli omicidi di donne irrisolti
dovuti ad arma da fuoco, essi li avrebbero ignorati. Ma se ce ne fosse stato uno
solo dovuto a strangolamento ecco che lo avrebbero appioppato a Jack. Così è
troppo facile costruire un’accusa. Ad esempio, Jack venne spesso in Italia, e
fu anche in Svizzera, ma in questi due paesi non c’erano stati omicidi di donne
irrisolti dovuti a strangolamento e non li considerarono. Quindi, alla fine,
gli vennero attribuiti 11 omicidi. Ma chiunque di noi, così, potrebbe essere
colpevole di qualcosa. Fatevi un giro del mondo per un mese, ovunque andrete ci
sarà una rapina in banca nel periodo in cui voi sosterete in un certo posto: siete dunque voi
il rapinatore?
La fuga di Jack
Avere amici è una gran fortuna, e Jack non aveva
amici comuni ma persone potenti nell’élite che conta e anche nel Governo. In qualche
modo venne a sapere che c’era un mandato di arresto per lui da eseguirsi il 14
febbraio del 1992. Ma egli era risoluto a non ritornare più in galera. Così
fuggì. La sua precipitosa fuga potrebbe sembrare a prima vista un’ammissione di
colpa. Ma così non è perché egli si rifuggiò a Miami, cioè negli Stati Uniti,
lì dove avrebbe ucciso tre prostitute. Lui non sapeva che per gli omicidi di
Los Angeles era diventato il principale sospettato. Come poteva saperlo se
ignorava completamente che quei delitti erano mai avvenuti? Solo un folle
sarebbe scappato in un paese dove vige la pena di morte. E Jack poteva essere
tutto, tranne che folle.
Non scappò da solo ma con una diciottenne, Bianca
Mrack. Non aveva proprio la stoffa del delinquente il nostro Jack altrimenti
non si sarebbe portato dietro una ragazzina che gli avrebbe creato solo
problemi. Difatti il suo esilio fu breve. Venne arrestato il 27 febbraio 1992,
la sua fuga durò appena 13 giorni.
Dagli amici
mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io
La cattura di Jack si deve a un tradimento: un
direttore di giornale gli aveva promesso, tramite un intermediario, una bella
somma in cambio di un articolo dalla latitanza. Jack aveva bisogno di denaro e
accettò. Ma il direttore avvertì gli investigatori dove avrebbe mandato il
vaglia. Fu così che venne arrestato. Jack conosceva molto bene i suoi nemici ma
molto poco i suoi amici. La buona fede di Jack si vide anche in questa
occasione, l’Austria chiese l’estradizione. Jack avrebbe potuto opporsi e dopo
pochi mesi sarebbe tornato libero. Invece insistette lui per ritornare nel suo
paese e difendersi meglio. Egli fino a quel momento non sapeva che era indagato anche degli omicidi delle prostitute di Los Angeles.
Rimpatrio
volontario
Jack cascò dalle nuvole quando si presentarono
degli investigatori americani per chiedergli dei suoi movimenti nel periodo in
cui era stato a Los Angeles. Quando si spiegarono meglio comprese il pericolo
che stava correndo: nella California lo aspettava la camera a gas! Fu una vera
fortuna per lui l’aver chiesto il rimpatrio volontario perché i tempi dell'estradizione si
dimezzarono e il 28 maggio 1992 rieccolo in Austria. Se non avesse fatto questa
mossa inconsapevole molto probabilmente sarebbe stato processato negli Stati
Uniti dove di certo sarebbe stato condannato a morte.
Il lavoro di giornalista lo aveva tradito. Perché
fu proprio a causa delle sue inchieste che venne associato agli omicidi delle
prostitute. Sia a Vienna, sia a Graz, sia a Los Angeles, sia a Praga, egli
aveva fatto interviste alle prostitute. E delle prostitute erano state uccise.
Se avesse intervistato dei tossicodipendenti per lui non sarebbe cambiato nulla poiché anche
loro spesso vengono uccisi in modo brutale a ogni latitudine. Forse se si fosse
occupato di apicoltura o di astronomia non avrebbe avuto i medesimi problemi. Ma Jack
era un uomo di frontiera come ce se sono pochi e ce ne saranno sempre meno. Non
poteva fare diversamente. Jack si era interessato degli omicidi ed era stato
accusato di essere un assassino. Assurdo! Come se i giornalisti che si occupano
di mafia venissero accusati di essere dei mafiosi a loro volta.
Un processo
senza prove
Il 20 aprile 1994 a Graz iniziò il
processo contro Jack. Egli aveva la coscienza tranquilla. Molti ancora lo
sostenevano. Ma non aveva fatto i conti contro una Giustizia a senso unico:
l’Austria voleva il suo colpevole. E Jack era perfetto in quel ruolo. Non
c’erano prove contro di lui. Neanche una. Davanti a 11 omicidi qualcosa di più
solido ci vorrebbe. Un processo indiziario sembrerebbe facile da vincere per un
accusato. Non è così quando l’apparato si muove compatto contro di te. Gli otto
giurati vennero influenzati e quando il 28 giugno 1994 pronunciarono il loro
verdetto, Jack si sentì attribuire 9 omicidi su 11. Ergastolo! Questa volta senza
possibilità di uscire sulla parola. Jack aveva 44 anni, se tutto fosse andato bene
sarebbe uscito dopo 25, cioè a 69 anni.
Così muore
un innocente
Il 29 giugno 1994, alle tre di notte, Jack Unterweger
mise fine alla sua vita impiccandosi nella propria cella. Poche ore dopo essere
stato dichiarato colpevole egli cedette moralmente. Come testimonia la
letteratura in proposito i serial killer non si suicidano mai. Jack si suicidò.
Avrebbe potuto ricorrere in appello e probabilmente sarebbe stato assolto… ma
non poté sopportare il ritorno nella tana del topo. Aveva ammirato i cieli
dorati della letteratura, viaggiato per tutta l’Austria, ammirato, osannato,
idolatrato… e ora rieccolo nel suo purgatorio. Anzi, ormai inferno per lui.
L’ombra nera
di Jack
Jack è morto innocente. A dirlo e a dimostrarlo è
stata Astrid Wagner, una brillante avvocatessa che prese a cuore la vicenda di Jack.
Lei porta avanti la fiaccola dell’innocenza di Jack. A lei va il merito se oggi
sono in molti a dubitare che egli era l’assassino delle prostitute. Purtroppo
la Wagner non si è fatta degli amici in questa sua crociata, non per nulla i
suoi libri vengono censurati. Ma hanno fatto breccia. Nuove teorie tendono a
dimostrare che Jack è stato vittima di un complotto. Molto interessante una tesi criminologica che troverebbe la soluzione in un’ombra nera che avrebbe
seguito Jack nei suoi spostamenti uccidendo costei le prostitute. Questa
persona poteva essere un attore della sua compagnia che avrebbe trovato in Jack
l’ispirazione per i suoi delitti. Alludiamo a quelli avvenuti in Austria poiché
gli altri non sono assolutamente attribuibili a Jack.
Il nostro
convincimento personale
Ho creduto Jack colpevole come chiunque altro fino
a quando non ho letto le sue opere. Non può, non potrà mai essere, che un poeta
possa mai commettere quelle atrocità. La sua scrittura è sentita, intensa,
trasognante. Una censura si è abbattuta sulle opere di Jack oramai
introvabili. Ma cercando in rete qualcosa si riesce a reperire. Se Jack era un serial
killer lo poteva essere anche Giacomo Leopardi. Il paragone non sembri eccessivo.
Non si erano sbagliati gli intellettuali che lo hanno scoperto. Non si
vergognino i politici che lo hanno protetto. Piuttosto si vergognino coloro che
lo hanno condannato ingiustamente.
Nella seconda parte analizzeremo meglio dal punto di vista criminologico la storia di Jack Unterweger.
mai stata così felice di aver letto anche la seconda parte di una storia...
RispondiEliminaGrazie molto del commento. Volevi forse dire che ti aveva lasciata un po' perplessa la prima parte?
RispondiEliminabeh se non avessi letto entrambi gli articoli non mi sarebbe stato così evidente come una storia si può capovolgere cambiando il punto di vista..!
RispondiEliminaGrazie per il tuo lavoro che condividi con noi.
Spero di leggere un giorno la tua analisi del Delitto della Cattolica!