Concludiamo il discorso su chi abbia proposto la gita a Pianoro fra Melania e Salvatore, dicendo che se fosse stato quest’ultimo con l’intenzione poi di uccidere la moglie, quindi tendendole una trappola, ci chiediamo come mai se proprio voleva portarla a Civitella le abbia però proposto Pianoro. Voglio dire, Salvatore a questo punto doveva poi reinventarsi una seconda scusa per dirottarla su Civitella. Perché complicarsi la vita e non dirlo subito? Possiamo fare due ipotesi: aveva previsto che la suocera avrebbe telefonato alla figlia per sapere come erano andate le visite mediche quindi ha preferito che Melania dicesse che sarebbero andati a Pianoro, come difatti è accaduto. In questo caso, la scusa, Salvatore, a Melania gliel’avrebbe trovata una volta saliti in macchina. Che qualcun altro dovesse sapere della gita a Pianoro faceva parte del suo alibi.
Altra ipotesi vede Salvatore proporre a Melania di andare a Civitella a fare l’amore (Melania verrà aggredita mentre aveva pantaloni, collant e slip abbassati sulle cosce). In questo caso, le ha consigliato di dire a tutti che sarebbero andati a Pianoro perché non poteva certo riferire alla madre o a chicchessia le loro reali intenzioni. In sostanza, nella prima ipotesi Melania quando parla con la madre crede davvero che sarebbero andati a Pianoro; nella seconda, sta mentendo.
La prima ipotesi potrebbe anche essere verosimile, la seconda no. No, perché in questo caso sarebbe stato sufficiente non dire proprio nulla piuttosto che mentire.
Il problema semmai è un altro. Dimentichiamoci per un attimo che è stato commesso un omicidio, caliamoci nel quotidiano di una famiglia che ha degli impegni. Si sono mossi di prima mattina, sono stati in ambulatori e negozi. Hanno scarpinato abbastanza. Alle 13:00 rincasano. Pranzano. Alle 16:00 hanno un appuntamento in paese. A chi dei due più probabilmente sarebbe venuta l’dea di andare a prendere un po’ di sole, al marito o alla moglie? Difficile rispondere anche se io sarei propenso a pensare più alla moglie dato che è lei a gestire la bambina quindi a stabilire se è il caso di farla riposare o meno.
Ora però, pensiamo alle due possibilità: il marito vuole uccidere la moglie oppure alla moglie necessita scomparire per una ventina di minuti. Chi dei due avrebbe più possibilità di successo nel convincere il proprio coniuge a uscire? Analizziamo passo passo le due ipotesi.
Salvatore ha deciso di uccidere la moglie, la deve portare fuori di casa, deve convincerla dopo una mattina stancante di andare a Pianoro per un’oretta. In realtà lui vuole andare a Civitella. Dunque, deve persuadere la donna a rinunciare a riposarsi, a non far dormire la bambina per andare a prendere un po’ di sole. Poi però deve nuovamente arrabattare una scusa per dirottarla su un altro posto. Insomma, deve espletare due opere di convincimento che non sono per nulla facili.
Il circuito di Salvatore è dunque il seguente:
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Il circuito di Salvatore implica due difficoltà, due opere di convincimento.
Viceversa, è lei che vuole andare a Civitella all’insaputa di lui. Non può prendere, uscire, dire che va da qualche parte perché il marito la seguirebbe. Consideriamo anche, in questa seconda ipotesi, che Melania ha un appuntamento a Pianoro per poi sportarsi a Civitella. O semplicemente crede di rimanere a Pianoro. Non sa ancora che dovrà spostarsi. In questo scenario, infatti, c’è un assassino che le tende una trappola. A manovrare le pedine è infatti costui; è costui che le dà un appuntamento lontano da occhi indiscreti. Lei crede che sarà una cosa breve, di pochi minuti. Quindi convince il marito ad andare a Pianoro.
Come si vede il circuito di un eventuale SI (Soggetto Ignoto) è il medesimo di quello di SP. La differenza sta nel fatto che l’SI dovrà forse improvvisare solo l’allontanamento verso Civitella perché gli accordi con Melania per incontrarsi a Pianoro ci sono già.
In pratica SP e un eventuale SI avrebbero avuto le medesime difficoltà. Credo sia proprio tale sovrapposizione che confonde gli analisti di questo crimine. L’agire dei due è troppo simile, per cui è più facile pensare che non ci siano due soggetti da sondare bensì uno, Parolisi. Se un supposto SI deve fare le medesime cose di SP, tanto vale pensare che sia il solo SP a essere implicato.
Concludendo: non è più facile per Melania convincere il marito ad andare a Pianoro dove si incontrerà con qualcuno, e se lui non vuole la cosa finisce lì, piuttosto che lui convincere la moglie che se non vuole deve rinunciare ad ucciderla? Voglio dire l’impegno di Salvatore è molto più importante di quello di Melania. Salvatore, in questo caso, dovrà rinunciare al progetto se Melania non aderisce. La stessa cosa vale anche per Melania, ma quello di Melania non è una scelta di vita così radicale. Salvatore scommette tutto sulla disponibilità della moglie. Certo anche l’assassino di Melania fa la stessa scommessa. Però l’ha già vinta, perché Melania andrà all’appuntamento, a meno che non trovi ostacoli insormontabili con il marito.
E anche vero però che sembra più reale che Melania si lasci ingannare dal marito che da un amico (uso il maschile riferito a SI, che può ovviamente anche essere una donna)
Non ho preso in considerazioni altre ipotesi, tipo quella di un incontro fortuito di Melania a Pianoro e conseguente omicidio non premeditato perché in questo gioco della morte le soluzioni sono solo due: o l’omicidio lo ha organizzato SP oppure lo ha organizzato qualcun altro. Non ci sono altre possibilità.
Comunque, queste due teorie, SP assassino, SI assassino (con involontario contributo della stessa Melania), saranno il leit motiv di tutto il caso. Non usciremo da questi binari che analizzeremo in parallelo traversina dopo traversina facendo continui riferimento alle due Ordinanze.
Non abbiamo risolto il quesito chi dei due coniugi abbia deciso di andare a Pianoro. Vedremo dove ci porterà questa analisi.
Adesso affrontiamo un altro mistero.
Il gioco delle tre carte e l’enigma dei bagagli
Immagino conosciate tutti il gioco di prestigio delle tre carte, visto tante volte nei film: bisogna riuscire a indovinare dove va a posizionarsi una determinata carta che il mazziere fa vedere più volte.
Non fate affidamento sulla capacità della vostra vista, la carta non si troverà dove voi credete che sia. La stessa cosa è accaduta nel caso di Melania Rea: alcuni bagagli sono apparsi, poi sono scomparsi e quindi riapparsi. Per bagagli intendo non solo due valigie a ma anche due borse e un portafogli. Ma facciamo un po’ di ordine perché sennò ci confondiamo:
Borsa di Melania n° 1: si tratta di una Alviero Martini con disegni geografici che lei usava solo in occasioni particolari.
Borsa di Melania n° 2: si tratta di una tipo Louis Vuitton che lei usava tutti i giorni. Quindi più da battaglia rispetto all’altra.
Valigia n° 1: quella di Vittoria. Già pronta.
Valigia n° 2: quella dei coniugi. Un trolley di medie dimensioni. Da fare.
Portafogli: di Melania.
Premessa: i coniugi Parolisi hanno una partenza prevista per i luoghi natii il pomeriggio del giorno seguente. Vanno a trascorrere le feste pasquali presso le proprie famiglie. Melania non lo sa, ma suo marito nonostante si accinga a partire con lei, in realtà è atteso presso la famiglia della sua amante che ha già prenotato una camera d’albergo per 3 giorni. La ragazza, certa Ludovica Perrone, è una sua ex allieva. Come diavolo abbia fatto Salvatore a cacciarsi in una tale situazione è veramente una cosa pazzesca. Fatto sta, che se lui voleva scherzare con il destino degli altri, sono stati invece gli altri a giocare con il suo.
Borsa n° 1. Sappiamo per certo che questo oggetto la mattina del 18 aprile era stato preso da Melania poiché viene inquadrato dalla videocamere di sorveglianza di un supermercato.
Borsa n° 2. Da quel che se ne sa, quel giorno Melania non ha utilizzato tale accessorio.
Valigia n° 1. Non è mai uscita dall’appartamento.
Valigia n° 2. Viene prelevata da Salvatore poco prima di andare a Pianoro dal garage e riposta nel bagagliaio. Aveva anche preso una palla e un plaid.
Portafogli: viene rinvenuto nell’appartamento.
Recita l’ Ordinanza di Teramo (Ord.TE, d’ora in avanti).
“Sentita dagli inquirenti in data 10 maggio 2011, la madre della vittima aggiungeva alcuni particolari di interesse investigativo, con riferimento alla fase immediatamente successiva al ritrovamento del corpo della figlia. Segnatamente, precisava che, giunta alla casa di Folignano intorno alle 22.30 del 18 aprile, immediatamente notava il portafogli di “MELANIA”, completo di documenti e con l’interno una banconota da cinque Euro e alcuni “vecchi” scontrini, poggiato sul p.c. “nella sala appena si entra nell’appartamento”; di poi rilevava la presenza della borsa “prima linea” di Alviero Martini, riposta nella custodia e dentro l’armadio e riferiva di avere riconosciuto detta borsa come quella che la figlia portava con sé all’atto dell’ingresso nel supermercato di Ascoli nel filmato trasmesso in televisione; infine, sempre nel’armadio, a fianco della borsa “prima classe”, rinveniva la borsa “che Melania usava tutti i giorni”. Le due borse sono adesso a casa dei genitori a Somma Vesuviana, a disposizione degli investigatori.”
Cosa non torna agli inquirenti relativamente a queste borse? Leggiamo qualche altro stralcio dell’Ord.TE dove è Parolisi che parla e dice…
“[…] al momento della sua scomparsa non aveva con sé alcuna borsa; infatti le due borse che generalmente utilizzava, una marca Alviero Martini con fantasia geografica ed altra tipo Louis Vuitton, le aveva lasciate a casa.
[…] Che nell’occasione chiedeva alla moglie di portargli un caffè al suo ritorno; che la donna, nella circostanza era uscita di casa senza portare con sé alcuna borsa, ma non chiese soldi tanto da far supporre che fosse comunque in possesso del danaro sufficiente;
Le perplessità dei giudici sono le seguenti:
Non si comprende per la verità che cosa sia accaduto alla borsa o alle borse della vittima. Per un verso, è impensabile che una madre la quale esca per una breve gita con una bambina di un anno e mezzo non porti il necessario con sé [pannolini; detergente;, fazzolettini ecc.]; per altro verso, tutti i testi, parenti e amiche di REA CARMELA, hanno detto che “Melania” teneva molto al proprio aspetto personale, all’igiene, alla cura della persona. La mattina stessa, era uscita portando con sé la borsa “prima linea” di Alviero Martini. Eppure, secondo Parolisi quel pomeriggio uscì di casa senza portare con sé alcuna borsa; e la sera del 18 aprile, all’arrivo dei genitori di Melania a Folignano, le due borse della figlia erano regolarmente posizionate all’interno dell’armadio, così come il portafogli, poggiato sul p.c. all’entrata dell’appartamento. Se si ipotizza che Melania ne abbia portato con sé almeno una, deve averla lasciata in macchina quando si è appartata dietro il chiosco. Sicché ha provveduto il Parolisi (o chi per esso) a riposizionarla nell’armadio di casa, la sera del 18 aprile, quando è sceso dal pianoro di S. Marco per sporgere la denuncia, prima che giungessero i parenti della moglie. […]. Nessuno dei tre testi che sono stati in vario modo presenti alla partenza della famiglia da Folignano, ha visto come fosse vestita Melania e se portasse con se la borsa.
Riguardo alle valigie ecco cosa dice l’Ord.TE:
Parolisi scende in garage e prepara la macchina, mettendo un plaid nel portabagagli. Ma anche una valigia molto grande, scura, conservata in garage, a suo dire perché il giorno successivo era prevista la partenza per Somma Vesuviana, dove la famiglia è intenzionata a recarsi per trascorrere le festività di Pasqua [mentre Ludovica Perrone lo attende con i familiari ad Amalfi, dove tramite il padre ha anche prenotato una camera di albergo per tre giorni]. E tuttavia la condotta di Parolisi rischia di apparire del tutto illogica, se si considera che lo stesso Parolisi rispondendo alla domande del P:M: in data 24.4.2011 ha dichiarato che “Melania aveva già preparato la valigia con gli indumenti di Vittoria mentre i suoi e quelli della moglie erano disposti sul letto pronti per essere messi in valigia”, sicché, ci si potrebbe chiedere perché Parolisi abbia caricato in macchina la valigia un giorno prima della partenza, peraltro non caricando invece quella della bambina che a differenza della loro era certamente pronta. Si badi, Rea Gennaro, sentito il 10.05.2011 la sera del 18 aprile (rectius il 19, essendo le tre del mattino), al ritorno a Folignano da colle San Marco, poteva vedere Parolisi scaricare personalmente la valigia in questione dal portabagagli e portarla a casa.
Rifacciamo il punto della situazione: Melania, in sostanza, non aveva con sé nessuna borsa e nessun portafogli. La domanda degli inquirenti è giustissima: possibile che sia uscita senza portare il cambio per la bambina? I propri effetti personali? No, non è possibile, rispondono. Molto probabilmente Melania aveva la borsa con sé, scendendo dall’auto l’ha lasciata sul sedile. Sarà poi Salvatore, o chi per esso, a rimetterla al suo posto nell’armadio.
Schema secondo i giudici |
Schema secondo versione Parolisi |
Analizziamo l’intera questione.
Salvatore nella denuncia di scomparsa che effettua la sera del 18 aprile, ammette che Melania non aveva nessuna borsa con sé. Pare quasi che al momento della partenza lui abbia notato che Melania ne era sprovvista e non ci abbia fato caso, quasi fosse sua abitudine fare una cosa del genere. In questo è stato smentito da tutti. Anche dalla logica, come ammettono i giudici. Questi, però, sono già convinti della sua colpevolezza quando si esprimono. Poniamo, comunque, che abbiano ragione, ovvero che egli abbia veramente ucciso sua moglie e questa aveva lasciato la borsetta in macchina. Perché mai SP avrebbe dovuto poi riporla a casa? Non poteva lasciarla in auto? Cosa ci guadagnava a rimetterla a posto nell’armadio? Mettiamoci nella sua prospettiva di assassino. Sappiamo già che come alibi dirà che sarebbe andato a Pianoro con la famiglia. Dunque, perché dovrebbe far credere agli inquirenti che Melania abbia dimenticato la borsa a casa? Perché forse agli occhi di costoro sarebbe apparso poco probabile che Melania si allontanasse senza borsa avendola portata con sé? Certo, ma non apparirà ancora meno probabile dire che non l’aveva portata affatto, come infatti asserirà?
Sintetizzo per capire meglio:
Parolisi mente. Melania aveva la borsa con sé. E lui o qualcuno al posto a suo a rimetterla nell’armadio.
Perché mente? Perché non lasciare la borsa in macchina se lì è rimasta dopo l’omicidio?
Risposta: perché i giudici avrebbero ritenuto poco probabile che Melania avendo la borsa con sé, dovendo recarsi in bagno, non l’abbia portata dietro. In sostanza, la borsa doveva scomparire insieme alla proprietaria. Se questa borsa non fosse mai stata trovata non ci sarebbe stato alcun enigma. Invece è stata trovata, ma non sulla scena del crimine, bensì riposta nell’armadio.
Parolisi in veste di assassino avrebbe dunque fatto meglio a lasciare la borsa a fianco al cadavere di Melania che riporla in casa. Invece, la rimette a posto. Preferisce asserire che detta borsa Melania non l’aveva portata appresso. Insomma, va a complicarsi la vita e non si capisce perché.
Però ammettiamo che i giudici abbiano visto giusto e lui ha ucciso Melania. Come e quando ha riportato la borsa a casa? L’Ord.TE dice che lui o chi per esso ha riposto la borsa nell’appartamento. Questa affermazione ci suggerisce che i giudici non sono sicuri di come sono andate effettivamente le cose. Cominciamo dal chi per esso.
Dunque, ci sarebbe un’altra persona che era con Parolisi a Civitella mentre uccideva la moglie oppure costei è intervenuta in secondo tempo per sistemare la borsa che Melania aveva con sé? È possibile una tale cosa? Riflettiamoci. Un complice si prenderebbe la briga di entrare in un condominio, rischiare di farsi vedere che entra o esce da un appartamento che non è il suo e la cui proprietaria presto si scoprirà essere stata uccisa. Non mi pare una cosa molto intelligente da fare. Costui si accollerebbe un tale rischio solo perché una borsa potrebbe indurre dei sospetti? Comunque, questa persona non solo conosce l’appartamento ma è stato ragguagliato da SP su come e dove riporre la borsa. Se proprio un complice esiste allora magari è facile che abiti nello stesso condominio e così non desta sospetto la sua presenza nello stabile. Ma è sempre altamente rischioso per lui se qualcuno lo vede aggeggiare davanti alla porta dei Parolisi con una specie di pacco in mano. Non ha proprio senso.
Allora è stato SP a riporla in casa questa benedetta borsetta. E la valigia? Secondo qualcuno avrebbe potuto avere ucciso Melania in casa e poi averla trasportata con questo trolley di medie dimensioni a Civitella. Io dico questo, Melania forse è stata uccisa da Parolisi, forse da un amico, forse da Jack lo Squartatore, forse da marziano psicopatico, non lo so. Ma una cosa è certa: Melania è stata uccisa al Bosco delle Casermette, su questo non sussiste alcun dubbio. Lo dice la scienza, il sopralluogo, le tracce e anche la logica che mette insieme tutte queste cose. SP non avrebbe avuto il tempo materiale per uccidere la moglie, pulire l’appartamento, portare il corpo a Civitella e poi correre a Pianoro. La casa avrebbe comunque riportato tracce di sangue o della colluttazione. Melania sicuramente ha urlato durante l’aggressione. Nel condominio, ma forse anche per strada,sarebbe stata udita. Inoltre, la valigia lo stesso SP la riporta a casa integra alla presenza dei familiari della moglie. Inoltre, dobbiamo supporre che Melania se ne stesse con gli indumenti abbassati e il giubbotto addosso (chissà mai perché) nel salotto o altro ambiente. Insomma, ci sono una marea di obiezioni a una tale tesi che non può neppure essere presa in considerazione per un ragionamento basato sull’assurdo.
Ma allora SP perché ha caricato una valigia vuota al posto di una piena? Cosa nasconde? E che ruolo ha avuto nello spostare la borsa di Melania o porre il portafogli sul PC di casa? Le riposte a tutti questi quesiti ce le dà un signore…
“Gli amici per me sono quello che si cresce da piccoli, si prende le botte insieme; io con Salvatore le botte non ce le ho mai prese.”
Raffaele Paciolla “De Amicitia”
Parolisi, quando si è trovato in difficoltà ha fatto ricorso a un amico che lui dice essere come un fratello. Si tratta di un condomino, un agente di polizia penitenziaria, un corregionale. Alludiamo a Raffaele Paciolla. Un tipo che sa stare dietro la telecamera, ha il tono pacato, lo sguardo che vaga, adotta espressioni mimiche e verbali tipicamente partenopee. Insomma, lo trovo un personaggio simpatico, per questo mi permetto di scherzare, anche per spezzare questa atmosfera lugubre che l’argomento giustamente ispira. Il nome un po’ si presta ai motti di spirito perché ha assonanza con pacioso, pacioccone. Ti vien da chiamarlo sor Paciolla o don Paciolla. Insomma, questo signore che si sente a suo agio negli ambienti televisivi, rilascia un’intervista al programma Chi l’ha visto?, in data 25.05.2011, che a sentirla attentamente spiega molto bene una parte dei misteri legati ai bagagli. Si sa che Parolisi prima di recarsi a Pianoro, va in garage e carica il trolley, la carrozzina, la palla e il plaid. Spiega il mitico Paciolla che SP prende la valigia perché l’intenzione era quella di portarla in casa e riporvi i vestiti ammucchiati sul letto.
Schema secondo versione Paciolla |
Si legge nell’Ord.TE
Da notare che Parolisi Salvatore,, sentito sul punto specifico, ribadiva con fermezza di essere sceso in garage insieme con la moglie e la bambina, che salivano a bordo dell’autovettura, mentre lui restava all’esterno per caricare alcune cose.
Riflettiamo su quello che devono fare: escono alle 14:10 (più o meno). Devono recarsi a Pianoro, dove impiegheranno per arrivarci minimo 15/20 minuti. Poniamo che come dice Salvatore giungono alle 14.45. Lui è vestito con pantaloncini e maglietta a maniche corte perché aveva intenzione di fare un po’ di footing. Alle 16:00 o giù di lì hanno appuntamento a Folignano dalla madre di Sonia. Sicuramente, Parolisi si cambierà prima di recarsi in casa di un estraneo. Dunque, verso le 15:30 al massimo dovrebbero riprendere l’auto e tornare a casa. Per cui, la valigia sarebbe stata riportata in casa a quell’ora. Cioè di ritorno da Pianoro. In sostanza, non potevano certo andare a dormire con tutto quell’armamentario sul letto. Per cui SP ha pensato bene di agevolarsi e prendere la valigia. Poiché, doveva andare in garage per recuperare plaid e palla, oramai che c’era carica anche il trolley. Tutto qua il mistero della valigia. Questo però porta ad una conseguenza: se SP ha preso la valigia con l’intenzione di portarla nell’appartamento perché venisse caricata, vuol dire che non c’era nell’immediato suo futuro alcun omicidio da compiere. Non solo, non pensava minimamente che si sarebbe recato ad Amalfi dall’amante.
Sempre sor Paciolla dice una cosa assai più interessante riguardo alla borsa di Melania. Asserisce, cioè, che quando sale a Pianoro chiamato da SP, a un certo punto serve un cambio per la bimba e si mettono a cercare la borsa in macchina. Ma non la trovano. Dunque, sembrerebbe, che è proprio in quel momento che SP si rende conto che Melania non aveva portato la borsa con sé, quindi le dichiarazioni che fa in caserma relativamente alla borsa sono frutto della scoperta avvenuta a Pianoro. Anche riguardo alla mancanza di denaro di Melania, si potrebbe pensare che le sue dichiarazioni riflettano su questa situazione che lui ha appreso in un secondo tempo e non nell’immediatezza della partenza da Folignano. Certo, forse ha visto allontanarsi Melania senza borsa, ma potrebbe non avervi riflettuto se nonostante questo le chiede di portagli un caffè. Sono dichiarazioni di Parolisi, potrebbe non essere vero nulla. Però, il Paciolla aggiunge un’altra cosa che taglia la testa al toro. Asserisce, che quando SP è stato invitato dai carabinieri per fare la denuncia, gli ha lasciato le chiavi della macchina. Quindi mentre Parolisi si recava nella caserma dei carabinieri, l’automobile rimaneva a disposizione delle Autorità con la mediazione dell’amico Paciolla. Sarà Paciolla ad aprire l’autovettura per aiutare le unità cinofile. Paciolla, non vede nessuna borsa. Dunque, quando SP arriva a Pianoro (vuoi da Civitella dopo aver ucciso la moglie, vuoi direttamente da Folignano) la borsa in macchina non c’è. Quindi, a meno che una volta soppressa la moglie non sia tornato a casa, si sia cambiato e abbia lasciato la borsa nell’armadio, Parolisi non può avere avuto nessu’altra occasione per riporre tale oggetto in casa. Ecco perché i Giudici pensano a un chi per esso.
Allora, come sono andate le cose?
La borsa prima linea Alviero Martini viene ritrovata nella propria custodia all’interno dell’armadio. È un oggetto costoso che Melania quindi ripone con cura. Ed è proprio lei ad aver conservato questa borsa con l’idea di prendere l’altra. Infatti, si premunisce di togliere da detta borsa Alviero Martini il portafogli e riporlo sul computer con l’intenzione di metterlo nell’altra borsa, quella tipo Vuitton. Quindi, se c’è una borsa che non è al posto suo, è proprio quest’ultima. Melania, però, semplicemente non la porta. Forse la sosta sarebbe stata troppo breve e non ha ritenuto portarla dietro, oppure l’ha dimenticata. Quindi, è sul comportamento di Melania che bisogna concentrarsi. Perché non ha portato la borsa? Come mai ha lasciato il portafogli a casa?
Rea Michele, fratello della vittima, […] riferiva tra l’altro che la sorella non sarebbe mai uscita di casa senza la propria borsa con tutto il necessario… […] Ha espressamente dichiarato di trovare assai strano che la sorella intendesse recarsi a S.Marco appena un’ora e mezzo prima di dover essere di ritorno a Folignano.
Queste considerazioni ci fanno pensare che se Parolisi ha detto il vero, il comportamento di Melania è apparso davvero strano. Anche se nelle dichiarazioni di Michele Rea si voleva forse adombrare l’idea che Parolisi abbia mentito, il problema è proprio questo: e se Parolisi non ha mentito?
Rivediamo la scena dal racconto di Salvatore: Melania si allontana per andare al bagno, non ha soldi eppure si offre di portargli un caffè; per raggiungere il Bar il Cacciatore segue un percorso anomalo, decisamente più lungo. I giudici trovano strano tutto ciò, e avrebbero ragione se veramente Melania avesse avuto intenzione di recarsi al bar. Non prendono in considerazione che forse non aveva intenzione di recarsi in alcun bar e che la sua meta non era il Cacciatore,bensì proprio la zona del Monumento.
Ma questa parte del mistero lo affronteremo nel prossimo capitolo, cioè quello della scomparsa e delle varie testimonianze.