giovedì 16 giugno 2011

Tre delitti insoluti: Sarah, Yara e Melania

Volevo fare il punto su questi tre omicidi che nel giro di neppure un anno in  qualche modo hanno suscitato sdegno, riprovazione e paura; ma anche interesse, curiosità e, se volete, morbosità.


Sarah Scazzi:



Un delitto apparentemente risolto grazie ad una confessione che poi però si è complicato in una maniera assurda. Non si vede la fine di questa tragedia che assume sempre più contorni grotteschi. Michele Misseri è passato da orco a vittima. Le indagini sono andate avanti con i dadi del gioco dell'oca: qualcuno faceva passi avanti per poi tornare vertiginosamente indietro. E viceversa. Spero vivamente che gli inquirenti abbiano una montagna di prove perché lasciare un potenziale assassino in giro e tenere in prigione degli innocenti sarebbe una vera beffa. Speriamo in un processo a breve. Ma ho la vaga impressione che questa storia farà epoca, passerà alle cronache come un altro caso Bebawi: tutti colpevoli, tutti innocenti. 
Dei tre casi, questo doveva essere il più semplice da risolvere. Ma come una corda che si attorciglia su se stessa è divenuto un nodo Gordiano. Non basterà un colpo di spada a risolvere l'enigma.
Una storia che sembra uscita dalla penna di Pirandello. 

Yara Gambirasio


Sono stato evasivo riguardo al test del DNA. Avevo delle riserve, reputavo che gli investigatori avessero un piano in mente. Lo penso tutt'ora. Credo che abbiano tentato una trappola ma purtroppo non è riuscita. Oramai, posso svelare ciò che pensavo. A mio avviso, da sempre hanno avuto un DNA particolare, rinvenuto su una parte del corpo dove solo l'assassino avrebbe potuto lasciarlo. Ora si dice gli slip. Però, inizialmente si parlava di un guanto. Cosa è accaduto? Ebbene, secondo me, per indurre l'assassino a lasciare il proprio DNA, gli hanno lasciato credere, come a tutti quanti noi, che questo DNA fosse stato reperito su un guanto, giustappunto. Ovvero, su un accessorio che lui sicuramente non ha mai toccato.  Quindi quale doveva essere il suo ragionamento che invece non ha fatto? Doveva essere questo: "Questi idioti della polizia credono di aver trovato il mio DNA su un guanto. Io invece non l'ho mai visto questo guanto. Allora adesso cosa faccio? Lascio il mio DNA, loro lo confrontano con quello rinvenuto sul guanto,  vedono che non coincide e non avrò più nulla da temere."
Purtroppo, l'assassino non c'è cascato. Ma è solo questione di tempo. Prima o poi si arriverà a lui. Almeno, speriamo. 
Se davvero gli inquirenti hanno fatto questo ragionamento meritano un dieci e lode. 
Le indagini sono state comunque rallentate dal mancato ritrovamento del corpo nell'immediato. Ma non è stata colpa degli investigatori.
Un caso che sarebbe piaciuto a Dürrenmatt.

Melania Rea


Della serie chi ci capisce è bravo. 
A meno che non ci troviamo di fronte al classico Divorzio all'Italiana, quello di Melania Rea è il caso più enigmatico dei tre. Per un investigatore, il più intrigante sul piano intellettuale. 
Quali sono i quesiti impellenti?
Omicidio premeditato o di impeto?
Autore sconosciuto alla vittima o conosciuto?
La vittima ha seguito il suo assassino o è stata costretta a seguirlo?
Movente passionale legato al marito o alla stessa vittima?
Per me il quesito principale da sciogliere è il secondo. Se l'assassino è un illustre sconosciuto le indagini andranno in tutt'altra direzione. 
Solo la dinamica omicidiaria può aiutare a capire.
Un enigma degno di Edgar Allan Poe.






mercoledì 8 giugno 2011

I ricordi del signor Ranelli. Delitto Melania Rea.




Chiunque si voglia destreggiare nel campo della criminologia non può prescindere da certe letture. La prima è quella dei racconti di Edgar Allan Poe che vedono per protagonista Auguste Dupin



Ho già detto che proprio a Poe si ispira questo blog, per la precisione al bellissimo, avvincente, inarrivabile Il Mistero di Maria Roget


Ma per imparare a ragionare da buoni detective bisogna anche confrontarsi con I delitti della Rue Morgue 

e La lettera rubata. 

Non finirò mai di lodare l'acume, l'intelligenza, la sagacia di Poe.
Tuttavia, vi sono anche saggi ai quali bisogna attingere per capire le mille sottigliezze di una indagine. Consiglio a tutti Si può credere a un testimone? di Giuliana Mazzoni, Ed: Il Mulino

E proprio tenendo a mente la lezione della  illustre professoressa - insegna psicologia alla Seton Hall University nel New Jersey (ma è italianissima) - che scrivo questo post.
Il signor Ranelli è colui il quale ha il chiosco a Pianoro di Colle San Marco. Di tutti i testimoni oculari di quel 18 aprile, questo è quello più importante poiché potrebbe essere l'unico a ricordarsi di Melania. Così ha dichiarato in un primo momento. Non ha detto proprio: "Ho visto la signora Rea" perché il Ranelli non aveva mai sentito parlare di Melania prima di quel fatidico pomeriggio. Comunque, nella sua prima dichiarazione aveva detto di aver veduto Parolisi e che con lui una donna c'era. La descrizione corrispondeva, almeno negli abiti, proprio a Melania. 
Poi però, è intervenuto un ripensamento, per cui sembrerebbe che abbia visto un'altra donna, una certa Diana, figlia del proprietario del Cacciatore (curioso che una che si chiami come la dea della caccia sia poi figlia di uno che ha un ristorante che si chiama il Cacciatore...). Riporto l'intervista andata in onda a Chi l'ha visto il 18 maggio 2011. Secondo la conduttrice del programma, la pur brava Federica Sciarelli, in questo servizio Ranelli ammetterebbe che si è sbagliato: quel pomeriggio non ha veduto Melania bensì Diana insieme a Salvatore. La donna sarebbe andato a dare una mano a Parolisi, cioè avrebbe guardato la piccola Vittoria mentre lui cercava Melania.
Riporto l'intervista:

Giornalista: Insomma, poteva essere Diana la donna che lei ha visto? Diana la figlia del proprietario del bar il Cacciatore.”
Ranelli:Lì c’era una donna… Diana ci ha le somiglianze di quella donna lì…le sembianze potevano essere, anche se Diana è leggermente più bassa... però poi non so se lei o chi per lei ha detto che pressoché in quell’orario stava lì e che era vestita sommariamente in abiti che somigliava a quella donna lì
G:Aveva anche i capelli legati quindi lei poteva non riconoscerla anche per questo.”
R:Sicuramente… sì può darsi pure che io abbia scambiato questa signora… lì c’era una donna , questo è certo. Però a questa distanza qui io non riesco a riconoscerla. Li ho visti da quella posizione là, dove stanno i tavoli adesso. Più non vidi…”

Dunque abbiamo un testimone oculare che ha visto una certa scena e un giornalista che non era presente quel pomeriggio, che non ha visto un bel niente, indicare al testimone quello che avrebbe dovuto vedere esattamente. Ranelli però non ammette mai con sicurezza di aver visto Diana e non Melania, che chiama sempre quella donna lì.
Ora, si presuppone che questa Diana somigli a Melania, che fosse vestita più o meno allo stesso modo di Melania e che fosse presente più o meno nel medesimo orario in cui avrebbe dovuto esserci Melania. 
L’incipit del giornalista è già sbagliato perché suggerisce al testimone un qualcosa che il testimone non aveva mai supposto.
Giornalista: Insomma, poteva essere Diana la donna che lei ha visto? Diana la figlia del proprietario del bar il Cacciatore.”
La risposta del Ranelli è però contraddittoria. Lui conosce Diana per cui non è affatto convinto che il suggerimento del giornalista sia quello giusto. Ammette che Diana avrebbe delle somiglianze con Melania tuttavia sarebbe leggermente più bassa. L’altezza però era la caratteristica più evidente di Melania, particolare che doveva aver colpito il Ranelli se adesso lo sottolinea. Anzi, è proprio per questo che non è affatto certo che si trattasse di Diana. In più aggiunge che non lui ma altri gli hanno detto che le due donne erano vestite più o meno uguale per cui poteva essersi confuso. Ora ammettiamo pure che le due donne fossero vestite in modo completamente identico, per quale motivo il Ranelli avrebbe dovuto confondere Diana che conosceva con Melania che non conosceva? Voglio dire, in base a cosa, anche se le due donne erano vestite uguali, avrebbe dovuto essere Diana e non Melania?
Dove sta l’errore? L’errore sta nel fatto che non è stato il Ranelli a ipotizzare per primo che la donna vista potesse essere Diana. A lui non gli è mai venuto in mente una cosa del genere. Se non gli è mai venuto in mente vuol dire che dubbi non ne aveva finché qualcuno non glieli ha ficcati nel cervello.
Il giornalista incalza.
G:Aveva anche i capelli legati quindi lei poteva non riconoscerla anche per questo.”
Non si capisce bene cosa intenda: Diana, che solitamente porta i capelli sciolti, quel pomeriggio li aveva legati per cui lui non l’ha riconosciuta per questo? Ma forse il Ranelli ha detto che la donna da lui vista aveva i capelli raccolti? Ha descritto questa caratteristica? Se non lo ha fatto perché lo fa il giornalista per lui? Anzi, se non ha indicato questo particolare forse nella donna da lui vista questo particolare non c’era. Anzi, sicuramente non c'era poiché se ci fosse stato e l'avesse detto fin dal primo momento, dubbi sull'identità di Diana non ce ne sarebbero stati poiché Melania quel pomeriggio non teneva i capelli legati.
Ranelli, però, nella sua genuinità, non volendo, continua ad asserire di non aver visto Diana ma un’altra donna. Infatti dice: “Sicuramente… sì può darsi pure che io abbia scambiato questa signora…”
Ovvero, non dice, forse ho scambiato Diana per questa signora, ma afferma l’esatto contrario, forse ho scambiato questa signora per Diana. Insomma, mette la signora in primo piano e non Diana. Su una cosa non ha dubbi, lì c’era una donna. Poi aggiunge:
“Però a questa distanza qui io non riesco a riconoscerla...”
A dire il vero, forse a distanza riconosci una persona nota ma non hai idea di chi sia  una persona ignota. Tra l’altro non è una distanza chilometrica. Se putacaso avesse avuto dei dubbi sul momento si sarebbe sicuramente chiesto che ci faceva Diana con quell’uomo e quella bambina. Siccome una domanda del genere non se l’è mai posta significa che questo dubbio non ce l’aveva.
Cosa ci dice la professoressa Mazzoni a riguardo? Ci dice che si tratta di un post-event misinformation effect, che più sinteticamente lei indica come "informazione fuorviante".  Cosa vuol dire? Vuol dire che qualcuno ha dato a Ranelli un'informazione a evento avvenuto che lui non aveva al momento dell'evento. Mi spiego meglio: i capelli legati, per esempio, è un'informazione che Ranelli riceve dal giornalista nella domanda. Quindi, la riceve dopo l'evento. Questo particolare non era nel ricordo dell'uomo ma d'ora in avanti magari inizierà a ricordare la donna vista quel pomeriggio con i capelli raccolti. Magicamente non ha più veduto Melania  bensì Diana. 
Ragioniamo con logica: non sappiamo se effettivamente le due donne avessero tanta somiglianza da ingannare il Ranelli, ma poniamo che l'avessero, come avrebbe potuto confondersi?
Poniamo che noi siamo a una certa distanza e poniamo che vi siano due persone somiglianti, Alcibiade e Socrate. Ora, Socrate lo conosciamo, ma Alcibiade non l'abbiamo mai veduto in vita nostra. Se guardando questa persone esclamiamo: "Ma quello non è Socrate?" ci troviamo in due possibili posizioni mentali: abbiamo effettivamente visto Socrate oppure abbiamo scambiato Alcibiate per Socrate. Ma in ogni caso l'idea di Socrate ce l'abbiamo.
Se invece non diciamo un bel niente, ci troviamo nell'unica posizione mentale di stare osservando una persona che non abbiamo mai veduto in vita nostra (Alcibiade) e che non ci ricorda minimamente il nostro conoscente Socrate. Ma di Alcibiade comunque notiamo e annotiamo un particolare: che è alto. Particolare del tutto estraneo a Socrate che alto non è. 
La conclusione qual è: dobbiamo credere a un giornalista che ha dei dubbi su quello che un testimone ha veduto, o dobbiamo credere al testimone che ha dei dubbi su quello che il giornalista crede che egli abbia veduto?
Il ricordo di Ranelli, è stato pilotato, guidato, inquinato dalle insinuazioni che ha udito su Parolisi. Tuttavia, è un testimone poco incline a cedere alle lusinghe, perché ammettere di aver veduto Diana e non un'altra donna... questo no, con certezza non lo ammette.
C'è poi da rilevare un fatto: l'abbigliamento di Parolisi, pantaloncini e maglietta a maniche corte, per molti è indice della sua colpevolezza poiché in questo modo richiama l'attenzione su di sé in modo che qualche testimone si ricordi di lui. Come effettivamente fa il Ranelli. 
Parolisi dice che non faceva poi tutto questo caldo, e in ogni caso lui aveva intenzione di fare una corsa. Aggiungo che il mio vicino di casa  è un carabiniere palestrato il quale nel suo giardino sta in pantaloncini e maglietta anche se magari io ho un freddo cane. Voglio dire che persone allenate sentono il freddo meno degli altri. 
Ma torniamo al ragionamento. Poniamo che io decida di sopprimere mia moglie, poi cosa faccio, per crearmi un alibi richiamo l'attenzione su di me vestendomi in modo eccentrico? Benissimo: sarei un vero idiota poiché richiamerei l'attenzione su di me senza mia moglie in un'orario in cui l'ho già ammazzata da un buon quarto d'ora! Sarebbe molto più saggio e più furbo per me vestirmi in modo anonimo proprio perché così mi confondo con gli altri e nessuno si ricorda di avermi visto a quell'ora senza mia moglie!
Riguardo al movente dell'uccisione di Melania, se escludiamo Parolisi che un movente poteva averlo (chiunque ammazza il coniuge pensa di avere una buona ragione per farlo) qualunque altra persona sia stata ha un movente che non possiamo capire al momento. Poiché tale movente non lo possiamo cercare nella vita di Melania ma nel modo in cui questa persona si è posta con lei. Ma fino a che non verrà individuata la persona, il movente ci sfuggirà.


lunedì 6 giugno 2011

Una proposta alternativa. Il caso Carmela Melania Rea. Quarta parte: visuale a 360°



Il delitto di Melania Rea, alcune considerazioni







La letteratura criminologica ci insegna che a volte, pur se gli indizi puntano decisamente su un sospettato, costui alla fine può risultare del tutto innocente.  Salvatore Parolisi, se non ci fosse di mezzo la morte della giovane moglie, apparirebbe un personaggio tragi-comico, uno di quelli a cui piace vivere con due piedi in una scarpa. 




Ha una bella moglie, ma non disdegna altre avventure. Ovviamente, come tutti i mariti fedifraghi, è un bugiardo: mente alla moglie ma mente anche all’amante. Non lascerebbe mai la prima ma vorrebbe tanto mettersi con la seconda. Magari vive tutto questo con ansia e stress ma lo appagano il sesso e la passione del momento. Ma da qui a farne un omicida ce ne corre. Difatti, questo genere di persona difficilmente uccide la moglie, anzi, piuttosto ammazza l’amante se proprio questa si mette in testa di rovinargli l’apparente felice vita coniugale.
Vi sono svariati motivi che portano a considerare Parolisi non colpevole dell’uccisione della moglie: arma del delitto, dinamica del delitto, ferite post mortem, staging.
Dobbiamo considerare che Salvatore Parolisi è un militare, quindi sa usare le armi e conosce le tecniche di offesa e di difesa. Nell’ipotesi del delitto premeditato avrebbe scelto un’arma più efficiente per eliminare Melania. Se invece si fosse trattato di un delitto d’impeto, il taglierino l’avrebbe utilizzato in maniera più efficace.
Le 32 coltellate inferte alla povera Melania per un militare come lui sono veramente troppe, anche se poi le dividiamo in 20 vibrate nella fase immediata dell’aggressione e altre 12 post mortem.
Di queste 20 nessuna è risultata mortale ma tutte insieme hanno provocato un dissanguamento che è stata la vera causa di morte della povera Melania, la quale, come ci dicono i medici legali, sarebbe morta dopo lunga agonia. Questo fa supporre che l’assassino non abbia saputo constatare il decesso, immagino che Parolisi - anche nell’ipotesi che non abbia mai partecipato ad un’azione di guerra (questo lo ignoro) - sappia capire se una persona sia deceduta o meno.  Lui non è un semplice militare, è un addestratore.
La furia omicida abbattutasi su Melania fa pensare ad una persona rancorosa e senza esperienza di armi. Riguardo al rancore, non credo che nei confronti della moglie Parolisi ne sentisse, semmai sarebbero prevalsi in lui più i sensi di colpa. Ovviamente, Parolisi, manco a dirlo, è un esperto di armi.
Le ferite post mortem non può mai averle inferte lui perché dal momento in cui ha dato l’allarme per la scomparsa di Melania non è mai rimasto solo. Inoltre, un gesto del genere può essere solo l’opera di qualcuno che disprezzava profondamente la donna.
Lo staging in genere lo attua chi vuole allontanare i sospetti da sé. Nel caso di Melania si voleva indurre a degradare la vittima sul piano morale facendola passare per una tossicodipendente (siringa infilzata nel giubbotto a livello del seno); oppure vittima di un tentato stupro (pantaloni e slip abbassati); o anche preda di una setta esoterica (svastica sulla coscia sinistra). Nel caso in cui l’assassino conosce la vittima e ha con essa un rapporto affettivo, tende semmai a coprirla, a non umiliarla ulteriormente, prova un senso di colpa e arriva persino a ripulirla del sangue. Un fenomeno noto come undoing. Inoltre, tutte questi depistaggi non sembrano opera di una mente abituata a pianificare come dovrebbe essere, per l’appunto, quella di un militare.
Altre considerazioni riguardano la presenza della figlia che non sembra abbia riportato traumi emotivi, a meno che non dormisse mentre avveniva l’aggressione. In ogni caso però la figlia c’era e questo comunque è un elemento da considerare: avrebbe Parolisi colpito la moglie in presenza della bambina? È più facile credere di no che di sì.
Inoltre c’è da tener conto che la famiglia di Melania, quindi proprio della vittima, esclude che Salvatore possa aver ucciso sua moglie. Non è un elemento da poco.
Infine, da questa storia Parolisi non aveva molto da guadagnare dato che i suoi altarini sono usciti tutti fuori. Ma allora perché si sospetta di lui? Se Salvatore è innocente come fa a dimostrarlo? Qualcuno si dovrebbe ricordare di lui o di Melania quel fatidico pomeriggio. Ma nessuno pare avere memoria né di lui né della moglie. Ha un’altra alternativa: ricordarsi lui di qualcuno. Se Parolisi sa indicare delle persone che erano presenti fra le 14:20 e le 14:50 (segmento orario in cui non può aver ucciso Melania) e costoro vengono individuati ha una chance di salvezza. Ma il valore di una testimonianza oculare diminuisce con l'aumentare del tempo.
Dunque, se non è stato Salvatore chi ha ucciso Melania? E perché?

Facciamo una ricognizione panoramica considerando il delitto secondo la prospettiva di Salvatore innocente. Dunque, Parolisi non ha mentito è le cose sono andate secondo la sua versione.
Quando si vuole risolvere un problema di scacchi, o qualunque altro gioco di logica, generalmente si ricomincia sempre da capo, ed è proprio quello che faremo in questa nuova ottica. Dopotutto, dobbiamo anche considerare l’ipotesi che Salvatore possa essere innocente.
Rivediamo i luoghi e i percorsi:

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Poniamo mente a questa foto, studiamocela bene, Melania alle 14:20 avrebbe dovuto trovarsi dove si trova il segnaposto rosso. Se Parolisi è colpevole la linea gialla indica il percorso fatto da lui senza Melania dalle 14:30/14:40 da Ripe di Civitella, dove Melania è stata trovata uccisa,  fino a pianoro dove sarebbe giunto verso le 14:50/15:00. 
Invece, se Parolisi è innocente, dobbiamo considerare il percorso inverso, ossia quello rosso,fatto da Melania senza il marito, che parte da Pianoro alle 14:30/14:40 e arriva a Ripe alle 14:50/15:00.
Come si nota le due soluzioni sono l’una speculare dell’altra e si eliminano a vicenda: o è vera l’una o è vera l’altra. Da questo dipende la colpevolezza o l’innocenza di Parolisi.



14:30 - 14:40
14:50 - 15:00
Parolisi
innocente
Melania scompare
Melania giunge a Ripe senza Salvatore, viene aggredita e uccisa
Parolisi
colpevole
Melania giunge a Ripe insieme a Salvatore, viene aggredita e uccisa
Salvatore giunge a Pianoro.
Melania è agonizzante o morta

Per questo le testimonianze oculari sono importantissime in questo caso: fanno la differenza fra un’ipotesi investigativa e l’altra. Ma come abbiamo appena detto, non possiamo fare molto affidamento su tali testimonianze a distanza di tanto tempo. 
Ma fissiamo l’attenzione sul tragitto rosso, poiché abbiamo detto che questa volta considereremo Parolisi veritiero: come fa Melania a trovarsi da Pianoro a Ripe? Come si può spiegare ciò? Fra le due località ci sono una quindicina di chilometri, percorribili in una ventina di minuti. Melania sarebbe andata di sua spontanea volontà a Civitella? Con chi? Per fare cosa? Oppure l’hanno costretta a salire in auto? Ma ancora una volta: chi e perché?

 

Ora analizziamo bene questa seconda mappa dove ci sono tutti i percorsi che Melania avrebbe dovuto fare e non ha fatto.
Il segnaposto giallo indica dove si trovava la coppia, da lì Melania aveva deciso di andare al bar/ristorante il Cacciatore, (segnaposto verde). Ci sono tre percorsi fattibili: quello rosa, il più immediato, quello rosso un po’ più lungo, e quello azzurro, che poi prosegue con la linea gialla, decisamente esagerato. Eppure è proprio quello azzurro che secondo i cani molecolari Melania avrebbe fatto. I cani sono giunti nell’immediatezza del fatto, non hanno per niente preso la direzione rosa o rossa ma hanno proseguito lungo la linea azzurra e giunti al bivio non sono risaliti lungo la linea gialla ma hanno proseguito lungo l’itinerario azzurro. Giunti al Monumento ai Caduti (segnaposto viola) la traccia olfattiva non era più percepibile. Melania scompare, per i cani molecolari, in questo punto.
Hanno ragione i cani? Di certo Melania non è mai arrivata al Cacciatore, lì nessuno l’ha vista. Allora cosa significa questo strano itinerario seguito da Melania? Perché ha preso questa direzione? Eppure il marito deve averla vista giungere sino alla stradina dove si dipartono la linea rossa e quella azzurra. Infatti Salvatore lo dice che per un po’ l’ha seguita con lo sguardo. Tuttavia, è proprio in questi pochi metri che il destino di Melania viene deciso, se qualcuna l’ha rapita o sequestrata o costretta a seguirla deve averlo fatto in questo punto, non ce lo dicono solo i cani molecolari ma anche i testimoni oculari che non hanno visto Melania giungere al ristorante. Indirettamente lo sappiamo anche dalla mancata risposta a uno squillo dell'amica Sonia, arrivato pochi minuti dopo essersi allontanata. Ma ecco che qui sorge un bel quesito: chi mai avrebbe potuto attuare un rapimento a pochi metri di distanza dal marito? In pieno giorno, con altra gente sul posto. Eppure, nessuno ha udito un urlo, un grido, nessuno ha notato un tentativo di aggressione, ha visto una donna salire su un auto. Nulla di nulla.
Abbiamo due possibilità: Melania ha preso deliberatamente la strada sbagliata oppure si è confusa. In questa seconda ipotesi la rotta di collisione  fra lei e il suo assassino è stato del tutto casuale. Non sappiamo dove sia avvenuto l’incontro, cosa sia accaduto fra i due, come mai li ritroviamo a 15 km di distanza e perché è avvenuto l’omicidio.
C’è però l’altra spiegazione: Melania si è allontanata di sua spontanea volontà, ha preso intenzionalmente il percorso azzurro. Quindi, ha ingannato Salvatore facendo finta di prendere la direzione rossa ma poi appena lui è tornato a concentrarsi sulla bambina ha invertito il senso di marcia.
Quale di queste due possibilità è quella più probabile?


Incontro vittima - assassino
Melania sbaglia percorso
casuale
Melania non sbaglia percorso
voluto

Anche in questo caso abbiamo due possibilità che si elidono a vicenda. Quale delle due è quella giusta? Come possiamo dare una risposta a tale quesito? Analizziamo il prima e il dopo.

Prima della scomparsa
Se l’incontro è stato deciso fra vittima e assassino dobbiamo trovare nella mattina un punto in cui i due hanno comunicato per prendere  accordi. Ora, Melania aveva una visita medica nella tarda mattinata. Prima erano stati dal fisiatra per fare vedere la piccola Vittoria, quindi hanno fatto delle compere nei supermercati, infine verso le 11.30 sono andati dal dottore. Non hanno aspettato molto perché il medico li ha sbrigati subito. Ma è stato un caso, il chirurgo infatti aveva in programma un intervento che è slittato di qualche minuto per cui prima di entrare in sala operatoria ha preferito non fare aspettare i Parolisi. Se Melania ha davvero preso accordi con qualcuno deve averlo fatto dopo questa visita e non in presenza del marito, ovviamente. A meno che l’accordo di vedersi verso le 14:30 a Pianoro c’era già stato e data la rapidità della visita medica Melania non ha dovuto fare rettifiche. Sarebbe interessante sapere cosa dicono i tabulati telefonici in proposito.
Sappiamo della telefonata con la madre fra le 13:30 e le 13:42. Ma non sappiamo se ve ne siano state altre durante la mattinata. Penso al telefono perché marito e moglie sono sempre stati insieme, non hanno fatto incontri particolari. Quindi, l’unico modo in cui Melania poteva comunicare con qualcuno era per telefono.
Ovviamente, questo qualcuno poteva benissimo essere una donna. 
In mancanza di qualsiasi documentazione debbo dire che in quella mattina non si ravvisa alcun presagio di ciò che avverrà nel pomeriggio. Niente allude alla tragedia. I coniugi Parolisi si comportano come qualsiasi altra coppia. 

Dopo la scomparsa





C’è qualche segnale sul luogo del delitto e sulle modalità del medesimo che potrebbe farci pensare se fra vittima e carnefice c’era una qualche conoscenza?
Melania pare sia stata aggredita mentre era accovacciata nell’atto di fare pipì. Se questo dato è vero, l’assassino ha colto un momento in cui lei era in una posizione di svantaggio per colpirla. Non ha potuto difendersi perché aveva gli slip e i pantaloni abbassati, quindi era impedita nei movimenti.
L’aggressione è iniziata mentre Melania girava le spalle all’assassino. Ora, fare la pipì nelle prossimità di qualcuno farebbe propendere per una conoscenza fra i due. Se Melania si fosse trovata di fronte a un estraneo che la minacciava con un coltello sarebbe stata così propensa a fare la pipì? Certo quando ti scappa ti scappa ma forse piuttosto che girare le spalle a chi ti minaccia preferisci fartela addosso. Di certo l’aggressione è stata rapida, repentina, improvvisa e inaspettata  tanto che lei non si è difesa. La totale mancanza di ogni difesa da parte sua allude però anche ad una totale mancanza di percezione del pericolo. Insomma, sembrerebbe che Melania avesse fiducia nel suo interlocutore. 
Sul corpo di Melania non sono stati riscontrati segni di costrizione (corde, manette, nastri), di contusione che possano far pensare a un atto di stordimento, né gli esami tossicologici hanno segnalato uso di sostanze droganti. 
Lo staging, la volontà di fare in tutti i modi che l’omicidio di Melania venisse collegato a un fattore esterno alla sua quotidianità, droga (siringa infilata nel giubbotto all’altezza del seno sinistro), sette esoteriche o elementi di estrema destra (svastica sulla coscia sn), tentativo di stupro (slip e pantaloni abbassati, se è stato l’assassino a calarglieli) fa sospettare l’esatto contrario, ovvero che l’assassino conoscesse la vittima.
Ferite post mortem: Inoltre, l’assassino si allontana dalla scena del crimine per ritornarvi più tardi e infliggere i colpi post mortem. Delitto di impeto? E questi colpi supplementari che c’entrano? Non fanno piuttosto pensare a un odio, un’avversione profonda nei confronti di Melania? Ma se Melania conosceva questa persona e l’ha seguita fino a Civitella lasciando figlia e marito (presumo temporaneamente) significa che di questa persona aveva piena fiducia e ignorava completamente tale rancore nei suoi confronti.
Inoltre, c'è il luogo del crimine che ci suggerisce che Melania poteva conoscere il suo assassino perché il fatto stesso che fosse lì potrebbe indurci a credere che ci sia andata di sua spontanea volontà. In più altri elementi della scena del delitto ci danno ulteriori indicazioni.
Qui vediamo la vicinanza del punto in cui è stato trovato il corpo rispetto alla casetta di legno

Altra inquadratura. Il mazzo di fiori indica il punto in cui Melania è stata rinvenuta: l'aggressione potrebbe essere iniziata dove si trovano accosciati gli uomini della scientifica.

In quest'altra foto notiamo il mazzo di fiori sulla destra appoggiato all'albero. Da questa prospettiva appare chiaro che l'assassino ha ucciso Melania quasi in mezzo alla strada, segno che non era sotto minaccia, era libera nei suoi movimenti fino al momento dell'aggressione, altrimenti l'aggressore si sarebbe premunito di costringerla a seguirlo più addentro al bosco. Invece Melania si trovava nei pressi della baracca, in piena vista. L'omicidio è avvenuto in modo inaspettato per lei. Insomma, l'assassino l'ha colpita appena ha potuto dove ha potuto.

Torniamo su Pianoro alle 14:30, ora presumibile in cui Melania si allontana. Studiamo meglio il luogo e i percorsi possibili. 



Nell’analisi che faremo ora terremo in considerazione due punti: la verità di Parolisi e la pista seguita dai cani molecolari. Dobbiamo partire dall’assunto che questi due elementi corrispondono a dati di fatto. La versione di Salvatore e la pista olfattiva seguita dai cani molecolari non sembrano in contraddizione dal momento che Melania comunque quel pomeriggio è scomparsa per cui in qualche punto della mappa è salita su un auto. Non avendo altro a disposizione dobbiamo fidarci dei nostri amici a quattro zampe. Anche perché qualcosa hanno fiutato, e questo qualcosa non li ha portati verso il bar il Cacciatore bensì verso il Monumento. Potrebbe essere che stessero seguendo una vecchia pista? Può darsi ma dubito fortemente che Melania anche nelle volte precedenti abbia fatto spesso quel tragitto dato che quella strada non offre nulla. Molto più probabile  invece che avesse già fatto il tragitto per andare al Cacciatore. Eppure, i cani ignorano questo percorso e prendono direttamente la strada che porta al Monumento. Mi sembra che ci sia poco da dire: Melania quel percorso lo ha fatto.

Sappiamo che Melania si allontana asserendo che sarebbe andata al bagno del ristorante il Cacciatore. Si allontana senza portarsi la borsetta. Nel post precedente avevo sostenuto che Melania, borsetta e borsa con i pannolini per la figlia, sicuramente li aveva portati con sé. Quindi ipotizzavo che fosse una falsa notizia quella che asseriva che non c’erano quel giorno a Pianoro. Invece è proprio così. Non li aveva portati. Non solo, pare che Melania avesse con sé solo 5 centesimi in tasca. Dunque alla richiesta di Salvatore di portargli un caffè come avrebbe potuto farlo?
Questi due elementi, la mancanza della borsa e dei soldi, per molti sono un altro indizio contro Parolisi. Sarebbero una riprova che mente. Semmai è il contrario. Confermano il suo racconto.
Se Melania aveva lasciato la borsa a casa e si era avviata senza soldi al ristorante implica che qualcosa l’aveva talmente inquietata da farle dimenticare una cosa tanto importante come il portare il cambio alla figlia. Questa cosa era l’incontro con l’SI (Soggetto Ignoto) a Pianoro? Nell’ipotesi che Parolisi abbia ucciso la moglie alle Casermette e poi sia andato a Pianoro, come si concilia la dimenticanza della borsetta a casa? Poiché, in questo caso, non poteva averla riposta che Parolisi per poi andare a Pianoro.  Ma non ci sono i tempi. E poi perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere?
Comunque calcoliamoli questi tempi per capire:

Partenza 14:00
Folignano - Ripe di Civitella
22 min
15 km
Arrivo 14:22
Omicidio
8 minuti
Siamo al Boschetto delle Casermette



Partenza 14:30
Ripe di Civitella - Folignano 
22 min
15 km
Arrivo 14:52
Partenza 14: 55
(3 min per salire in casa e poi scendere)
Folignano - Colle San Marco

15 min
8 km
Arrivo 15:10
Alle 15:00 però Parolisi era di certo a Pianoro

Ci siamo tenuti a tempi strettissimi eppure non si riesce a collocare per le 15:00 Parolisi a Pianoro. Impossibile, quindi, che egli sia andato a Civitella, abbia ucciso la moglie, sia tornato a casa, abbia lasciato la borsetta e la borsa, e poi sia ripartito per Pianoro.
L’obiezione che si può fare è quella di dire: Melania potrebbe essersi dimenticato questi effetti pur essendosi recata a Civitella. Certo, ma perché in questo caso avrebbe dovuto dimenticarsene? Perché avrebbe dovuto inquietarsi? Quale fattore possiamo addurre? Mentre riflettendo sui suoi strani movimenti a Pianoro possiamo collegare il programmato incontro con l’SI con la dimenticanza degli oggetti.
Quando Salvatore le chiede di portargli un caffè Melania risponde: no, non te lo porto. Sembrava che lo avesse detto per scherzo, invece lo dice perché in quel momento ha realizzato che non aveva con sé la borsetta. Non solo, non aveva neppure soldi. Avrebbe potuto chiedere a lui dei soldi ma preferisce non farlo per tre motivi: non vuole che egli insista per accompagnarla, non le servono soldi dove sta andando e soprattutto non vuole che Salvatore focalizzi l'attenzione proprio sulla mancanza della borsetta. Insomma, non vuole dare spiegazioni.
Non aver portato la borsetta con sé implica che il suo allontanamento da Pianoro non doveva essere definitivo: Melania non si è allontanata con l’intenzione di scappare. Non sarebbe andata da nessuna parte senza documenti. Nei suoi progetti c’è una breve assenza. Anche perché sappiamo che alle 16:00 avevano un appuntamento a casa di una loro amica - la Sonia dello squillo delle 14:40 - a Folignano. 
Non ha invece dimenticato il cellulare, segno che a Pianoro quel pomeriggio questo oggetto era importante perché sarebbe servito per comunicare con l’SI se ce ne fosse stato bisogno ma soprattutto con il marito.

Salvatore non vede arrivare la moglie e verso le 15:20 la chiama. Melania non risponde, probabilmente è già stata colpita.

Approssimativamente dunque le cose devono essere andate così:

14:35
Melania si allontana a piedi da Pianoro
14:40
Giunge al Monumento, sale in auto
15:00
È a Civitella con l’SI
15:10
Inizia l’aggressione
15:20
Salvatore chiama: Melania è agonizzante


Stando al racconto di Parolisi i tempi ci sarebbero tutti.
Abbiamo più volte ribadito che Melania conosceva benissimo il posto essendoci stata altre volte, quindi non poteva essersi sbagliata. Ma poniamo che si sia sbagliata, avrebbe incontrato i suoi assalitori lungo il tragitto che va dalla Pinetina al Monumento ai Caduti.

Vediamo in dettaglio



In azzurro il percorso effettuato con la macchina da Salvatore, egli proveniva da Folignano. In rosso, tratteggiato, vediamo l'itinerario seguito dai cani molecolari che corrisponderebbe a quello effettuato da Melania quel pomeriggio.

Vediamo le direzioni per capire il discorso



È importante capire le direzioni di marcia perché ci indicano gli eventi accaduti quel giorno in maniera chiara e speriamo veritiera.
Innanzitutto, teniamo ben presente che la direzione per Folignano si trova sulla dx mentre quella per Ripe di Civitella si trova sulla sn. Tenuto conto di ciò analizziamo dove sarebbe avvenuta la rotta di collisione fra Melania e il soggetto ignoto (SI) tracciando tutti gli eventuali percorsi.

Melania con l'SI ha raggiunto Ripe di Civitella, quindi il loro percorso comune, dopo l'avvenuto incontro, è indicato dalla linea gialla e/o da quella azzurra. Melania si allontana dalla Pinetina, il primo punto di incontro con l’SI è nel cerchio bianco. Ma qui possiamo senz’altro escludere che ciò sia avvenuto perché troppo vicino a Salvatore il quale non ha notato nulla. Inoltre i cani ci dicono che Melania ha proseguito lungo il tratteggio rosso. Altro punto di collisione può essere il cerchio verde. Ma anche qui siamo ancora troppo in prossimità della Pinetina. Dunque dobbiamo spostarci fra il cerchio verde e il cerchio viola. Se l’incontro è stato del tutto casuale dobbiamo considerare che Melania è a piedi e si dirige verso il Monumento ai Caduti mentre l’SI è in macchina e si dirige verso Ripe. Escludiamo che percorrevano lo stesso senso di marcia poiché in questo caso giunto in prossimità del bivio l’SI avrebbe dovuto risalire verso il bar il Cacciatore per riprendere la direzione per Ripe. Ma sappiamo che Melania almeno fino al Monumento ai Caduti è arrivata. Quindi, a meno che l’SI non abbia fatto inversione di marcia al Monumento e sia risalito lungo il medesimo itinerario da dove proveniva Melania, dobbiamo credere come sia molto più probabile che la rotta di collisione fra Melania e l’SI sia avvenuta proprio in prossimità del Monumento. Ovvero nel cerchio viola. Lì Melania è giunta a piedi e da lì è risalita in macchina. Da quel punto l’SI può aver fatto due possibili percorsi, quello azzurro o quello giallo. L’azzurro gira per il ristorante il Cacciatore, passa davanti alla Pinetina, quindi a livello del cerchio bianco prosegue per Ripe. Il percorso giallo ci dice che giunto al cerchio verde l’SI ha avuto due possibilità: girare verso sn oppure risalire fino al cerchio bianco.
Ho parlato di rotta di collisione nel caso in cui fra Melania e il suo aggressore l'incontro sia stato casuale.
Nel caso  in cui Melania invece si sia voluta allontanare da Salvatore senza farsene accorgere la scelta migliore, una volta in auto con l'SI, sarebbe stata seguire la linea gialla e arrivati al cerchio bianco svoltare a sn. In questo modo sono ridotte al minimo le possibilità che dalla pinetina suo marito possa accorgersi di lei che è a bordo di un auto. Se avesse avuto realmente l’esigenza di andare in bagno, sarebbero passati prima per il Cacciatore dove avrebbero potuto sostare il tempo che Melania si recasse al bagno, quindi procedere verso Civitella. Ma sappiamo che così non è stato.
Se Melania è giunta a piedi fino al Monumento ai Caduti un motivo deve esserci. L’unico immaginabile è che avesse un appuntamento con qualcuno. Ma per fare cosa, per andare dove?
Salvatore e Melania per raggiungere la Pinetina sono passati davanti al Monumento ai Caduti. Melania potrebbe aver notato qualcosa che Salvatore non poteva notare, ovvero l’auto dell’SI con il quale Melania aveva l’appuntamento. Difatti, appena arrivati ella si allontana. Ma può esserci anche un altro motivo: si è allontana dopo che l’SI l'ha avvertita della sua presenza con un segnale.
Salvatore racconta che appena dieci giorni prima era stato al Boschetto delle Casermette con Melania per farle vedere il posto dove faceva gli addestramenti. Qui giunti hanno fatto l’amore.
È solo una coincidenza che Melania sia stata assassinata proprio in quel luogo che fino a pochi giorni prima neanche sapeva che esistesse? L’assassino sconosciuto perché la uccide proprio lì? Una ben strana coincidenza. Immagino che fra Pianoro e Ripe ce ne sarebbero stati di posti dove poterla uccidere. Ma dobbiamo sempre considerare che forse Melania è salita spontaneamente sull’auto. Per andare dove se non proprio alle Casermette?
Ma cosa aveva di così importante da fare al Boschetto delle Casermette? Forse cercava forse una verifica ad un suo sospetto.
Salvatore ci racconta che spesse volte Melania lo osservava di nascosto per vedere cosa stava facendo. Sembrerebbe insomma che avesse uno spirito indagatore. Può essere successo che rimuginando sul luogo ella si sia persuasa che lì avrebbe trovato le prove dell’infedeltà del marito. Avrà pensato che come c’era stata con lei chissà con quante altre donne c’era già stato. Forse ipotizzava che in quella baracchina presso la quale troverà la morte avrebbe scoperto qualcosa. Non so se Melania avesse la patente. Quindi magari ha dovuto appoggiarsi a qualcuno.
Ma proprio quel pomeriggio doveva fare una tale verifica? Sì, perché il giorno dopo sarebbe ripartita per il paese natio.
La cosa le avrebbe fatto perdere quasi un’ora di tempo. Come avrebbe giustificato un’assenza così lunga? Una scusa l’avrebbe trovata: avrebbe detto che si era messa a chiacchierare con qualcuno incontrato a Pianoro.
Se Melania ha fatto davvero una cosa del genere deve aver chiesto la collaborazione a una persona di sua fiducia. Una persona molto vicino a lei.
Ma potrebbe esserci anche un’altra ragione per cui quel pomeriggio voleva recarsi con questa persona al Boschetto. Per metterla alla prova. Potrebbe essere che qualche giorno prima lei abbia raccontato a costei della “gita” fatta con Salvatore è abbia captato come anche questa persona ci fosse già stata… e con suo marito. Ecco perché l’SI aveva un coltello non adatto per offendere, si era premunita per un’eventuale difesa. Stiamo parlando di un’altra donna, quindi. Giunte sul posto non so cosa abbiano fatto. Prima di risalire in macchina Melania si accinge a fare la pipì. Costei coglie l’attimo, si rende conto che in quel posto sono solo loro due e che nessuno sa di questo. Ha in mano il coltello. Non vuole sopportare l’umiliazione che Melania possa andare a raccontare di lei che se la faceva con uomini spostati e… l’aggredisce alle spalle.
Presa dal panico fugge lasciando Melania agonizzante. Poi ci ripensa. Come può essere certa che nessuno sappia di questo loro appuntamento? Le conviene inscenare uno staging, far credere che sono state vittime di una banda di balordi, di drogati, di esaltati. Ritorna sul posto premunita di siringa e laccio emostatico. Vibra altre coltellate sul corpo di Melania per far credere che l’aggressione sia avvenuta da parte di più persone. Incide la svastica su una coscia. Se per caso arriveranno a lei, dirà che ha avuto troppa paura, che mentre aggredivano Melania lei è fuggita.
Altra ipotesi è quella che l'SI abbia fatto credere a Melania che alle Casermette ci sarebbe stato qualcuno che le avrebbe spifferato alcune piccanti confidenze sul marito. L'idea di ciò è venuta al SI quando Melania ha raccontato l'episodio con Salvatore.
Ma perché questa persona, ovviamente una donna, avrebbe voluto uccidere Melania?

Dunque, le cose potrebbero essere andate in questo modo: il mondo nascosto di Salvatore e quello manifesto di Melania si sono intersecati creando un alone maligno che ha spento la vita di quest’ultima. Ovverosia, un'amica di Melania è stata un'amante di Salvatore.

Il mondo interiore di Salvatore (in giallo) e il mondo esteriore di Melania (in azzurro). Al centro (in verde) l'amante segreta di lui e intima amica di lei.




Oppure, una persona molto vicina a Melania si era invaghita di Salvatore e ha creduto che fosse colpa di lei se lui la tradiva, non era un buon marito. Magari qualche volta Salvatore ha apprezzato delle qualità in questa donna che ha ingenerato in lei false speranze. Avrà pensato che lei l’avrebbe capito assai meglio, che sarebbe stata persino una madre migliore per sua figlia. Voglio dire, che possiamo trovarci di fronte a una donna che si è creata un suo  mondo, una sua fantasia. Se così è, dopo la morte di Melania ha cercato di essere molto vicino a lui, lo sorregge, gli telefona. In questa seconda ipotesi potrebbe esserci stata la premeditazione.



La donna-assassina (in rosso) che da una parte vorrebbe entrare nel mondo interiore di Salvatore (in giallo) di cui è segretamente innamorata e dall'altra interagisce con il mondo esteriore di Melania (in azzurro) della quale è amica

Insomma, se Salvatore dice il vero, l’assassino di Melania è una donna che era molto vicino ai Parolisi. Se costei è stata un’altra amante di Salvatore egli deve parlare perché potrebbe essere l’assassina di sua moglie.
I tabulati telefonici possono aiutare in questo.

Proposta alternativa con un esempio

Sappiamo che Melania si allontana fra le 14:30 – 14:40. Sappiamo anche che alle 14:40 sul suo cellulare arriva una chiamata dell’amica Sonia alla quale lei non risponderà.
Dal momento che Sonia per chiamare aveva utilizzato il cellulare della madre, dato che sul suo non aveva credito, presume che Melania non abbia risposto poiché non ha riconosciuto il numero per cui invia un sms nel quale prega l’amica di rispondere aggiungendo che voleva sapere com’era andata la visita medica. Dopodiché, Sonia riprova a richiamare.
Spieghiamo bene la situazione dei cellulari:
Melania possiede due cellulari, uno con scheda tim, che utilizza quotidianamente, e un altro con sim wind, che adopra solo per parlare con la famiglia, soprattutto con il padre.
Quel pomeriggio Sonia non ha credito sufficiente per telefonare con il proprio cellulare (chiamiamolo B) per cui prende in prestito quello della madre (denominiamolo A). 
Esempio: Cellulare di Sonia sul quale sono memorizzati i due numeri di Melania in sequenza.  Se  utilizza questo telefono potrebbe confondersi e inviare l'sms sull'utenza Wind anziché Tim. Ma questo cellulare è senza credito. Quindi non lo usa.


Esempio: Cellulare della madre dal quale Sonia chiama Melania sull'utenza Tim.  In questo telefonino non sono memorizzati i  due numeri di Melania per cui lei cerca l'amica richiamando sempre il medesimo numero. Da questo apparecchio non può sbagliare perché non c'è in memoria il numero Wind. Ma se stava utilizzando questo telefono come ha fatto l'sms ad arrivare sull'utenza Wind?

Sonia è a conoscenza che Melania non usa mai il cellulare wind, per cui la chiama sulla tim. Non avendo risposta le invia un sms ma sbaglia e il messaggio arriva sulla wind per cui Melania non avrebbe mai potuto leggerlo.
Ma come fa a sbagliare? Sonia sostiene che nella rubrica telefonica i due numeri di Melania sono in fila per cui facilmente si è sbagliata. Ammette però che è certa che ha continuato a chiamare sulla tim. In effetti, le cose stanno così, gli squilli risultano sull’utenza tim mentre il messaggio è stato reperito sull’utenza wind.
La sequenza temporale è stata dunque la seguente:



C’è da dire che, stando così le cose, Sonia avrebbe usato il cellulare della madre per telefonare richiamando sempre l’ultimo numero in memoria, per cui è sicura che ha continuato a cercare Melania sulla tim, ma l’errore deve essere partito utilizzando il proprio cellulare perché i numeri in fila li aveva sulla rubrica di questo telefonino. Per cui sul proprio cellulare non aveva credito sufficiente per telefonare ma era bastante per inviare un sms.
Ma dove vuole portarci tutto questo discorso?
Siamo partiti dalla premessa che il racconto di Parolisi sia veritiero. In questo caso Melania potrebbe essersi allontanata spontaneamente o sotto minaccia. Non ci sono indizi della seconda ipotesi: non è stato trovato un luogo con segni di lotta dove possa essere avvenuto un sequestro, né qualcuno ha sentito urla o visto qualcosa che possa condurre a un rapimento, nè addosso a Melania sono stati evidenziati segni di costrizione fisica. Per cui abbiamo optato per la teoria che vede Melania allontanarsi spontaneamente. Cosa che rientra nella plausibilità.
Se si è allontanata di sua volontà il passo successivo è che dovesse incontrarsi con qualcuno. Se la meta era le Casermette, questo qualcuno doveva essere una persona intima di Melania. Ci sfugge però il motivo di questo allontanamento e soprattutto il movente che porta all’uccisione di Melania. In ogni caso, Melania  era lì e lì è stata uccisa, quindi cerchiamo di capire come ci sia arrivata.
Portando avanti il ragionamento siamo venuti a ipotizzare che l’incontro con l’SI sia stato concordato nell’orario e nei modi.


L’orario doveva essere intorno alle 14:30, il modo un segnale da parte dell’SI che era giunto sul posto per cui Melania poteva allontanarsi.
In sostanza gli accordi potevano essere stati questi: “Ci vediamo alle 14:30 a Pianoro. Io ti aspetto con la mia auto al Monumento ai Caduti, in modo che tuo marito non si accorga di nulla. Quando sono pronto ti faccio uno squillo sul cellulare e tu con una scusa ti avvii. Ovviamente, inserisci la vibrazione”.
Ed ecco che arriviamo al nocciolo della questione:
A questo punto ritorniamo alla storia degli squilli.
Se l’SI ha cattive intenzioni riflette e pensa come penserebbe la polizia: “Quando indagheranno si accorgeranno che sul cellulare di Melania, quasi in concomitanza con la sua scomparsa, c’è una chiamata senza risposta. Vorranno sapere chi e perché ha chiamato. Potrebbero sospettare che si trattava di un segnale quindi devo stornare i loro dubbi. Per giustificare la mancata risposta di Melania userò un cellulare diverso così potrò sempre dire che lei non ha risposto perché non ha riconosciuto il numero. Ma potrebbe non bastare, allora invierò un sms sull’utenza wind dove chiarirò che a telefonare sono io e che la cerco per sapere com’è andata la visita medica. Quando mi chiederanno perché l’sms l’ho inviato sulla wind dirò che mi sono sbagliato.”
Ovviamente, Melania non dovrà mai leggere questo sms perché non è indirizzato a lei bensì agli inquirenti. Se lo leggesse, infatti, non ne capirebbe il senso: l’SI la sta chiamando non per sapere della visita medica ma per mandarle un segnale. Della visita chiederà appena si incontreranno. Ovviamente, Melania sapeva che il segnale sarebbe partito da un altro telefono.
Non utilizzare il proprio telefonino giustificherà l’invio del sms il quale a sua volta giustificherà l’utilizzo di un cellulare non suo.
Siamo nel campo delle fantasie? Può darsi. Ma di mezzo c'è l’omicidio di una giovane donna di cui finora si ignora ogni cosa. Quindi, il ragionamento deve essere fatto a 360°. Non si capisce perché Parolisi possa essere messo sotto la lente di ingrandimento e altre persone no.
Ma sono solo gli squilli a farci dubitare di Sonia? No, a dire il vero c’è qualcos’altro.
Sonia rilascia un’intervista a Chi l’ha visto il 27 aprile 2011 nella quale spiega la storia dei cellulari. In questa intervista dice anche che i Parolisi erano una coppia perfetta, che lui era un marito amorevole. La cosa non è del tutto vera. O Melania non si confidava poi così tanto con lei oppure sta mentendo. Può essere che menta per amicizia, per non aggravare la posizione di Salvatore. Ma può anche essere che lo faccia per indirizzare gli inquirenti su una pista lontana dalla vita quotidiana di Melania. Il che torna a suo vantaggio nell’ipotesi che sia colpevole di qualcosa.
Sonia riferisce poi due notizie che potrebbe aver saputo Salvatore ma potrebbe anche averle apprese dalla stessa Melania mentre si recavano alle Casermette. Mi riferisco al fatto che il medico aveva detto a Melania che non aveva nulla di particolarmente grave e all’episodio in cui racconta con dovizia di particolari di come Melania avesse avuto l’idea di andare a Pianoro per trascorrere due ore prima di recarsi, alle 16:00, ad un appuntamento che avevano con la stessa Sonia.
È stato Salvatore a raccontarle queste cose in modo così particolareggiato?
Comunque, queste sono parole, la posizione di Sonia è facilmente verificabile: basta sapere se ha la patente, dove si trovava fra le 14:30 e le 15:30, se ha continuato a chiamare Melania anche quando questa era in presenza del SI. Quali celle hanno agganciato il suo telefonino e quello della madre.
Se vi sono chiamate di Sonia nella zona rosa allora è fuori da ogni sospetto poiché in questa fascia oraria Melania è insieme al suo assassino.


Non riesco a trovare un movente ma ho l’impressione che l’assassino tenesse sotto controllo il telefonino di Melania dopo l’aggressione, come per verificare chi stava chiamando e con quale intensità. Infatti, il cellulare è sempre rimasto accesso. Insomma, controllava l’allarme che si stava creando per la scomparsa. Perché gli serviva sapere questo? Un’ipotesi potrebbe essere che controllare i movimenti di queste persone servisse all’SI per regolarsi sulle sue azioni.  In questo modo magari interagiva a distanza. Poteva tornare utile a Sonia una cosa del genere visto che alle 16:00 si sarebbero dovuti incontrare? Di certo, non aveva alcun senso che una cosa del genere la facesse Salvatore. 


RIEPILOGANDO
Stiamo attenti ai tempi: Sonia chiama alle 14:40. Salvatore non ha ricordo di questo squillo, dunque non lo ha sentito. Come mai? Melania si era appena allontanata oppure il cellulare era in modalità vibrazione? In ogni caso, ponendo pure che si fosse appena allontanata il fatto stesso che Melania non risponda ci fa insospettire, potrebbe essere, come abbiamo detto, che non avesse voglia o possibilità di rispondere. Ma non possiamo escludere che non avesse necessità di farlo.
Alle 14:40 Sonia avvisa Melania che anche lei è sul posto. Melania si avvia. Però Sonia ha bisogno di un alibi, come fa ad averne uno se è insieme a Melania? Deve inviare a chi di dovere un segnale che lei era altrove. Allora cosa architetta: finge di non aver credito sul proprio cellulare e usa quello della madre. In questo modo può giustificare quell’sms, che non è a beneficio di Melania, che mai lo riceverà, anche perché se lo avesse ricevuto non avrebbe capito il significato dato che lei conosceva benissimo il numero di cellulare della madre di Sonia. Avrebbe quindi potuto sospettare qualcosa. Quel messaggio è a beneficio degli inquirenti che leggendolo penseranno, se mai dovessero sospettarla: lei non può essere stata dato che mentre Melania scompariva stava cercando di contattarla in tutti i modi come si evince anche da questo sms nel quale chiede perfino  informazioni sulla visita medica.
In effetti, sempre in questa trasmissione, Sonia dice che probabilmente gli inquirenti il suo messaggio sulla Wind lo hanno trovato. In quest’aura di sospetto che io ho è come se stesse dicendo: le cose sono andate proprio come avevo previsto io.
Insomma, quel che voglio dire è che se la chiamata alle 14:40 era un segnale per Melania, agli occhi degli inquirenti doveva apparire come un’altra cosa.
Per giustificare quell’sms bisognava che lei non usasse il proprio cellulare.
Sonia asserisce che il medico aveva assicurato a Melania che era una cosa da nulla, una punta d’ernia senza molta importanza. Da dove ha preso questa informazione? Da Salvatore oppure direttamente da Melania? Inoltre, asserisce anche che è stata Melania a decidere di andare a Pianoro. Il che è confermato da Salvatore. Ma ancora una volta ci chiediamo: dove ha preso Sonia questa informazione, da Parolisi o direttamente da Melania mentre si recavano alle Casermette? In effetti, Sonia racconta con dovizia di particolari la decisione improvvisa di Melania di recarsi a Pianoro per far passare un paio d'ore. Racconta persino quello che fatto Salvatore. Quindi proprio Salvatore potrebbe dirci se è stato lui a riferirle tutte queste cose. Dopo la scomparsa di Melania si sono visti? Lui le ha raccontato ogni cosa? Può essere. 
Inoltre colgo due lapsus, uno quando dice, riferendosi a delle cattiverie espresse contro Melania, così la stiamo… la stanno uccidendo un’altra volta. 
Un altro quando nel descrivere il giorno di San Valentino organizzato da Melania con una tavola con cuoricini e petali di rosa, dice: io... lei adorava queste cose.
Semplici lapsus? Può essere.

Tutte queste, ripeto, sono parole ovviamente se è appurato che Sonia fra le 14:30 e le 15:30 era a casa o da qualche altra parte.


Riepilogando, i sospetti nascono su queste considerazioni:
Appuntamento alle 16:00
Motivi di innocenza
Un normale incontro fra amici

Motivi di colpevolezza
Perché doveva incontrare prima Melania se tanto si sarebbero viste ale 16:00? Alibi precostituito

Dichiarazione di una famiglia Parolisi felice

Motivi di innocenza
Lo crede veramente oppure vuole allontanare i sospetti da Salvatore perché gli è amica

Motivi di colpevolezza
Sa benissimo che non è vero. Ma vuole allontanare i sospetti da Salvatore perché è suo amante oppure ne è segretamente innamorata. In ogni caso gli inquirenti è meglio che indaghino su altre piste estranee alla vita di Melania.

Racconta che è stata Melania a decidere la scampagnata a Pianoro

Motivi di innocenza
Non riferisce altro che quello che ha sentito dire da Salvatore

Motivi di colpevolezza
Riferisce esattamente quello che lei e Melania avevano concordato

Telefona a Melania col cellulare della madre

Motivi di innocenza
Chiama per sapere come è andata la visita medica. Non ha credito sul suo

Motivi di colpevolezza
Serve a giustificare l’invio dell’sms che Melania non leggerà mai perché inviato sulla Wind

Sms di conferma

Motivi di innocenza
Vuole far capire a Melania che è stata lei a telefonare e non un’estranea.

Motivi di colpevolezza
Serve a confermare agli occhi degli inquirenti che a telefonare è stata proprio lei e non sua madre. Rafforza il suo alibi che mentre Melania scompariva lei ha provato a chiamarla. 



Le chiavi di lettura delle sue dichiarazioni come si vede sono diverse a seconda che la si inquadri in un’ottica innocentista o colpevolista. Se Sonia dice la verità ogni sua affermazione vale per quella che è, ovvero sono genuine. Tuttavia, se mente assumono tutt’altro significato. E su certe cose pare proprio che menta, alludo al rapporto tutto rose e fiori tra Melania e Salvatore.
Ripeto: queste sono considerazioni che faccio perché quando si indaga su un omicidio la visuale deve essere a tutto tondo. In ogni caso, sto azzardando poiché non ho in mano i documenti ufficiali per cui potrei con certezza escludere Sonia dai sospettati. Il limite di questo blog, ovviamente, sono le informazioni. 
In ogni caso, Melania si allontana dal marito quasi in coincidenza con lo squillo di Sonia. Tale squillo non viene percepito da Salvatore che non lo menziona, non lo ricorda, dunque si è supposto che sia stato fatto dopo il suo allontanamento.
Sappiamo che Melania, secondo il racconto di Salvatore si sarebbe allontanata subito dopo essere arrivati a Pianoro. Potevano essere le 14:25 – 14:35. Sappiamo anche che Melania si è allontanata in una direzione completamente diversa da quella dove si trovava il Cacciatore. È andata praticamente verso il Monumento ai Caduti. Dalla Pinetina al Monumento ci vogliono 5 minuti a piedi. Sonia telefona proprio in questi 5 – 10 minuti in cui Melania scompare. I due tempi sono quasi istantanei. Perché allora non mettere in relazione causale e non solo casuale i due avvenimenti?  Se Melania si è allontanata e non ha risposto alla chiamata di Sonia dobbiamo presumere che non ha voluto o potuto rispondere. Se non ha potuto rispondere vuol dire che era già in pericolo. Ma un pericolo che sì è andata a cercare lei perché ha percorso una strada anomala. Dunque, dobbiamo considerare che l’aggressore ha agito subito dopo che Melania ha lasciato il marito. Con Salvatore così vicino lei non ha lanciato un grido, non ha chiamato aiuto. Niente di niente. Molto più probabile che non volesse perdere tempo in chiacchiere quando aveva qualcosa di più urgente da fare. Oppure quella non era una telefonata ma un semplice squillo, un segnale che non necessitava di risposta. 
C’è anche da dire che sembra che l’assassino si sia allontanato dalla scena del crimine per ritornarvi successivamente per inscenare lo staging e vibrare le coltellate post mortem. Ora noi sappiamo che Sonia avrebbe dovuto essere a casa della madre alle 16:00, quindi, nel suo caso, sarebbe spiegato il motivo di questo allontanamento. Andava a procurarsi un alibi.  

Mi rendo conto che una ricostruzione del genere ha molti punti deboli, in primo luogo non è chiara la ragione per cui Melania sarebbe dovuta andare alle Casermette. In secondo luogo il movente dell’assassino appare oscuro. Ma i fatti sono che Melania quel pomeriggio è stata uccisa a 15 km di distanza e se Salvatore è innocente qualcuno deve pur essere stato. La mia è una ipotesi ragionata sulle notizie apprese da fonti pubbliche.


Tutta questa teoria si poggia su tre assunti conseguenti




Se invece Melania non è salita di sua spontanea volontà sull’auto dell’assassino si apre tutto un altro ventaglio di ipotesi difficili da verificare ma che analizzeremo nel prossimo post per esplorare tutte le teorie possibili.

Questa mia proposta vorrebbe essere una pista da verificare, e non alludo espressamente a Sonia, ma a chiunque era in confidenza con Melania. Forse l'omicidio è avvenuto per una causa non direttamente collegata a Salvatore. Dopo tutto questa pista non sta dando alcun risultato.

Ovviamente, in tale ricostruzione non vuole esserci nessun elemento denigratorio non conoscendo io i protagonisti della vicenda.